Nel corso della trasmissione Città Rossazzurra su Radio Antenna Uno ed in collaborazione con TuttoCalcioCatania.com, nell’ambito dell’iniziativa del “Network mediatico congiunto” promossa da Maxi Licari, il collega Concetto Mannisi de ‘La Sicilia’ e del ‘Corriere dello Sport’ analizza la situazione in casa Catania relativamente alla decisione del Tribunale sulla eventuale estensione dell’esercizio provvisorio:
La Sigi riuscirà a mettere a disposizione la somma integralmente richiests?
“Diventa difficile andare a fare i conti nelle tasche delle persone perchè sappiamo benissimo come il gruppo di soci Sigi fosse abbastanza eterogeneo dal punto di vista economico. Probabilmente all’inizio le aspettative loro e nostre erano completamente diverse. Adesso ci si ritrova a cercare dei denari per portare avanti il Catania e diventa un problema di non poco conto questo”.
Sarebbe utile alla causa se chi fosse interessato al Catania, nell’ottica di un’eventuale asta, uscisse allo scoperto agevolando magari la situazione attuale?
“Se c’è qualcuno che ha delle mire in ottica futura sul club, probabilmente può anche muoversi direttamente o indirettamente per consentire intanto questo esercizio provvisorio e allungare purtroppo l’agonia, perchè questo sarà, contribuendo però a salvare il titolo sportivo. Se dobbiamo caricare tutte sulle spalle di Sigi non mi sembra esattamente la soluzione migliore per il Catania. Poi magari Sigi metterà insieme quello che serve facendo il miracolo, ma sarà un gesto probabilmente fatto per mantenere o garantirsi una popolarità certamente in calo a poco meno di un anno e mezzo dal famoso salvataggio della matricola che sembrava dovesse portare Ferraù e gli altri a sindaci di Catania o quasi”.
Una volta dichiarato il fallimento, cosa potrebbe spingere la Sigi a mettere insieme la somma dovuta?
“Sono soldi a fondo perduto, che verrebbero messi per evitare una figuraccia storica, mettersi un pò di trucco in viso nei confronti della città che altrimenti imputerebbe a loro il tacollo definitivo dopo quello quello che c’è stato ed è ascrivibile ad altre persone. Ma non so se ci saranno i presupposti per andare a chiudere positivamente il discorso. Posso essere smentito nel giro di pochissime ore. Anche per una questione di immagine personale ritengo che qualcuno farà qualcosa per rimettere parzialmente in piedi questa baracca. Difficile davvero vedere al di là dei prossimi cinque minuti considerando tutto quello che sta accadendo e l’unità d’intenti che mi sembra lontana dall’essere ritrovata”.
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