Il collega di Freepressonline Salvatore Giuffrida è intervenuto nel corso della trasmissione Città Rossazzurra, su Radio Antenna Uno in collaborazione con TuttoCalcioCatania.com a proposito dell’estensione dell’esercizio provvisorio:
Il prolungamento dell’esercizio provvisorio è un aspetto che fa sperare ma ci sono altri step da superare.
“Si naviga a vista. Il Tribunale sottolinea la necessità di uno stringente e costante monitoraggio dei flussi, nell’ambito della sostenibilità finanziaria. Il Tribunale non può mettere i soldi di tasca propria e deve essere preciso nella gestione del club. Adesso avrà una grande importanza anche la risposta da parte del pubblico allo stadio, Covid permettendo. Penso che la curatela faccia delle riflessioni soprattutto per quanto riguarda i costi legati alla squadra”.
Nuovo bando a distanza di due anni. C’è il rischio che si ripeta l’esperienza maturata con Sigi?
“Siamo in una situazione ben diversa da quel bando che determinò la cessione del Catania alla Sigi. In questo caso infatti l’oggetto è una nuova affiliazione alla Figc, ci sono condizioni differenti per eventuali investitori che vogliano prendere il ramo sportivo, condizioni abbastanza stringenti per dimostrare di sostenere ad esempio le spese del club per tre anni. Nel bando di passaggio del club nel 2020 non erano previsti questi elementi. Inoltre i soggetti interessati dovranno dimostrare di possedere un certo capitale”.
Coloro che hanno fatto parte della Polisportiva Torre del Grifo con la quale erano stati versati i soldi per completare il pagamento degli stipendi potrebbero partecipare all’asta?
“Legalmente sì perchè è fallito il Calcio Catania, non la Sigi. I soci Sigi possono presentarsi, poi se verrà esteso il fallimento ai membri del CdA di Sigi è un altro discorso ma, al momento, legalmente potranno presentarsi anche se di certo non avranno avversari facili”.
E’ davvero molto appetibile adesso il Catania?
“In tanti danno per scontato che la piazza sia molto appetibile sul piano industriale ma abbiamo avuto la notizia, ad esempio, che Intel non andrà in Sicilia ed ha abbandonato il progetto dell’Etna Valley. Detto ciò e volendo restare positivi, Catania è una piazza che ha sempre una sua risonanza sotto il profilo calcistico e speriamo che questo basti. Si parla di grossi investitori anche fuori dalla regione Sicilia. Due anni fa si era avvicinato facendo dei sondaggi in modo molto sobrio e discreto il proprietiario dell’Eurospin in Italia. Ora vediamo se qualche grosso investitore interverrà. Si è parlato molto di investitori catanesi. Ce ne possono essere, uno di questi senza dubbio Morosoli che si era anche avvicinato cercando di prelevare il club da Sigi ma poi c’è stata un’interruzione brusca della trattativa tra le parti. La Catania imprenditoriale in passato se n’è guardata sempre bene dall’investire sul Calcio Catania, l’ultimo è stato Pulvirenti”.
E’ opportuno che chi si presenta per l’acquisto prenda anche Torre del Grifo subito?
“Torre del Grifo al momento è un buco enorme. Lo dicono i dati camerali incrociati tra quelli del Catania e di tutte le società che si sono succedute nella gestione di Torre del Grifo, struttura che ha bisogno di grossi investimenti per essere produttiva. L’asta sarà solamente aperta per il ramo sportivo visto che Torre del Grifo è una parte commerciale, un asset diverso. Vedo due destini separati in questo momento”.
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