Nei giorni scorsi durante la trasmissione SalaStampa, su TeleOne, Mario Conti di Radio Free Tibet ha fatto alcune riflessioni in occasione dello spazio denominato ‘Chiedo per un amico!’. Queste le parole più significative raccolte:
“Ho detto più volte che ci hanno fatto diventare commercialisti, revisori dei conti, esperti di istanze fallimentari. Dico la verità, non ci ho capito assolutamente nulla di tutta questa baraonda che si è creata e che qualcuno artatamente ha fatto modo che nascesse. Innanzitutto dall’equivoco di quel numero, quell’11700 che è stato cavalcato come una tigre da tantissimi ma non si è mai ben capito cosa significasse. In questi giorni ho scoperto – io vado allo stadio dall’età di 4 anni – che Catania non è più nata nel 1946 ma bensì nel 1929. Cos’è in atto un tentativo di riciclaggio per poter dire «io l’avevo detto» o sempre le solite solfe che nascono e muoiono a Catania? Devo dire con sommo dolore, perchè parecchi li conosco, che hanno contribuito a creare dei dissapori all’interno di una tifoseria totalmente dilaniata. Altro che guelfi e ghibellini, qua si parla di micro fratture con innummerevoli gruppi. Matricolisti, coloristi, amanti della proboscide, del ’46 e del ’29. L’unica cosa sicura è un encomio a questi ragazzi. Sfido qualsiasi lavoratore che in una situazione analoga possa dare il meglio di sè. Parlo chiaramente di chi è attorno al Catania strettamente nel lato tecnico, quindi dirigenti, Mister, giocatori e ranghi tecnici. A me hanno tolto il sapore di essere un tifoso, di esaltami, di criticare. Non si è capito più nulla”.
***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***