Ai microfoni di TeleOne, nel corso di ‘Sala Stampa’, spazio alle parole del commercialista Mario Finocchiaro, Presidente della squadra dei Dottori Commercialisti di Catania:
“La Quarta Sezione del Tribunale – mi complimento con il Giudice Delegato Dott. Ciraolo – ha trovato la soluzione credo più logica e giusta, la possibilità cioè di proseguire la gestione sportiva del Calcio Catania. Fino al 28 febbraio perchè ci si devono dare dei limiti temporali e monetari. Si deve gestire l’esercizio provvisorio con delle coperture sui costi. Nell’immediato la Quarta Sezione farà il bando di gestione staccando da Torre del Grifo il titolo di Calcio Catania, che viene messo in vendita. Ci saranno degli acquirenti, il debito sportivo ammonta a circa 3 milioni di euro che rispetto al totale è una bazzecola. Il Catania continuerà la stagione senza perdere la categoria e il parco giocatori. Il titolo è di proprietà della Federazione, il Tribunale farà il bando stabilendo tutti i parametri tecnici, l’offerta minina, i debiti da soddisfare successivamente all’acquisto, ci saranno tante variabli. Alla fine chi si aggiudicherà quest’asta deve fare i conti con la FIGC che dovrà poi verificare se il soggetto che ha vinto l’asta ha i requisiti patrimoniali e finanziari per poter gestire un società di calcio“.
“Sulla Sigi è stata buttata una croce forse più pesante su quello che si è fatto. La Sigi poteva inizialmente attendere il fallimento e poi intervenire. I soci potevano non buttare tutti quei soldi messi, trovando una società di calcio pulita e intervenendo sugli altri passaggi, acquistando anche la parte immobiliare di Torre del Grifo. Loro non lo fecero probabilmente per un discorso di attaccamento alla matricola, obiettivo dei tifosi ed errore di valutazione molto pesante, grossolano. Subito dopo l’acquisizione da parte della Sigi c’è stato il Covid e tutti gli asset produttivi del Calcio Catania sono venuti a mancare, il pubblico, molti sponsor si sono tirati indietro, Torre del Grifo è stata chiusa per più di un anno. Risorse venute a mancare, l’anello era già debole ed è stato reso impossibile. Il piano industriale però non è stato mai fatto, mai arrivato un chiaro segnale di potere risolvere la situazione con le proprie gambe, si aspettava quel compratore che non arrivava. Io ho partecipato all’ultima riunione della Sigi come consulente per cercare di dare una mano, una consulenza non monetizzabile e da tifoso. Si doveva stabilire in questa riunione il da farsi relativamente al credito di 600mila euro che secondo i curatori il Calcio Catania vantava da Sigi. Analisi corretta però vista solo dal lato della contabilità del Calcio Catania, quindi incompleta. Poteva essere contestata dalla Sigi ma in quella famosa riunione l’avv. Augello e il Collegio Sindacale esortarono i soci di Sigi a fare l’ultimo atto d’amore verso il Calcio Catania mettendo i soldi richiesti perchè senza quelli i curatori avrebbero relazionato al giudice che la gestione non fosse possibile. A quel punto il Calcio Catania sarebbe stato radiato”.
“Asta? Chi farà l’offerta più alta si aggiudicherà il titolo sportivo. Probabilmente qualche garanzia verrà richiesta per verificare le possibilità di chi acquisisce il Catania. La preoccupazione è che vengano speculatori con pochi soldi per poi magari rivendere il prodotto ad un prezzo superiore. Gli asset immobiliari per il momento si possono accantonare in attesa di altri compratori e sviluppi. L’esercizio provvisorio? Si fa con risorse stabilite, non facendo investimenti non previsti. La strada è tracciata con le risorse che ci sono. Il mercato in entrata magari lo si farà con qualche prestito. E’ importante avere dei segnali subito chiari dal bando, perchè i giocatori si sentirebbero più confortati e potrebbero avere da lì una indicazione a rimanere in questa città dando lo splendido apporto garantito fino ad oggi. Ci si potrebbe trovare invischiati nei bassifondi della classifica se qualcuno andrà via e perdendo altri punti per strada, in questo caso tutto quello che si è fatto per salvare la categoria diventerebbe vano. Se esiste un imprenditore a Catania in grado di prendersi sulle spalle tutto il peso del Catania? Solo alla condizione che faccia il capofila, potrebbe anche esserci con degli investitori esterni dietro che diano solidità patrimoniale“.
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