In tema di calci piazzati, Francesco Lodi potrebbe tenere una lectio magistralis. Con i suoi 13 centri in Serie A da palla ferma (5 nel solo campionato 2012/2013), l’ex regista del Catania è stato il quarto miglior marcatore su punizione del decennio scorso, dietro a mostri sacri come Messi, Ronaldo e Pjanic. A proposito dell’esecuzione dei tiri da fermo, Lodi ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni de Il Giornale:
“Il tiro da fermo non si improvvisa. Dietro c’è uno studio vero e proprio, anche perché con le palle inattive si può risolvere una partita. Le difficoltà per i tiratori sono aumentate. Tutte le squadre mettono il coccodrillo sotto alla barriera, che così può saltare senza preoccuparsi che il pallone venga calciato rasoterra. In più, i portieri lavorano molto al video studiando i battitori. Gli specialisti, quindi, devono fare altrettanto? Posizione del corpo, composizione della barriera, postura e abitudini del portiere. Tutti elementi che possono fare la differenza per il buon esito di una punizione. Prendete il secondo gol di Biraghi col Genoa: ha intuito che Sirigu si sarebbe aspettato un tiro a girare sopra la barriera, dopo il gol del primo tempo, e ha modificato l’esecuzione beffandolo sul suo palo”.
Non bastano le doti individuali, servono una ventina di minuti al giorno per praticare e affinare il gesto. È così che nascono magie indimenticabili, come la mia contro la Juventus? Forse il mio gol più celebre, anche perché non capita tutti i giorni di segnare a Buffon all’ultimo secondo del match. Ma ricordo con piacere anche la punizione contro il Lecce, appena arrivato a Catania, come quelle nei derby col Palermo”.
***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***