ESCLUSIVA – Mosca: “Moro ha eguagliato il mio record? Giusto così. Sul futuro del Catania, Tacopina e Baldini…”

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Giuseppe Mosca

Figura tra i principali bomber della storia del Catania nel singolo campionato segnando 19 reti in C.N.D. nel 1994/1995. Con l’ingresso di Luca Moro nel tabellino dei marcatori a Bari, l’attaccante patavino ha eguagliato il bottino di Giuseppe Mosca, il quale fu assai determinante nella stagione che valse il ritorno del Catania tra i professionisti dopo innumerevoli sacrifici. Proprio l’ex attaccante rossazzurro è intervenuto ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com soffermandosi su Moro e la delicata situazione in cui versa il Catania.

Moro ha fatto 19 in rossazzurro, come te. Che ne pensi dell’exploit di questo ragazzo?
“Innanzitutto sono contento che abbia eguagliato il mio numero di reti. Giusto così perchè è importante che contribuisca al bene del Catania. Sono passati parecchi anni, i record sono fatti per essere battuti. I miei 19 gol servirono per uscire da un inferno, e c’è da dire che allora i campionati erano ben altra cosa di adesso. Prima, tra virgolette, i difensori picchiavano gli attaccanti ed il livello generale era molto più elevato. Oggi le squadre di Serie A faticano in Europa, la B ormai è un torneo che non assomiglia neanche alla Serie C di qualche anno fa. L’attuale C forse è di livello inferiore all’Interregionale. Moro sta vivendo bene dentro la città, nel contesto di squadra. Bisogna fare i complimenti a Pellegrino che ha scelto questo ragazzo. Ben vengano i calciatori che hanno fame e sono bravi, questi fanno la differenza. I grandi nomi, invece, sono in fase calante. Non so se Moro ripartirà già dal prossimo anno in Serie A. Magari gli faranno fare 2-3 mesi e lo mandano in prestito perchè in Italia c’è un problema culturale, molti ragazzi promettenti non giocano rispetto a quanto accade all’estero, ad esempio in Spagna dove giocano anche in Nazionale”. 

Stai seguendo le vicende del Catania?
“Sì. E sono molto dispiaciuto. Possiamo sapere solo noi giocatori e tifosi cosa è stato fatto per tenere in vita la società, negli anni. Lo sa bene chi ha seguito sempre il Catania e non chi arriva a fare calcio con la tavola apparecchiata. Lo sa bene chi ha conosciuto la polvere dei campi in terra battuta, le umiliazioni subite su campetti improponibili. Noi avevamo sposato l’intenzione del Cavaliere Massimino di fare rinascere il Catania. C’era l’Atletico Catania che spingeva per prendersi la piazza e ogni nostra sconfitta poteva significare la fine del sogno di Massimino. Tra mille difficoltà abbiamo insistito, lavorato e sposato la causa riuscendo a portare a termine il progetto riportando Catania nel calcio che conta. Strada facendo ci sono poi altri interessi che vengono fuori. Scopri che il calcio nostalgico, genuino e acqua e sapone non c’è più. Il calcio ‘industriale’ ha portato alla situazione attuale, altrimenti non si spiegherebbero i tanti debiti accumulati”.

Il fallimento è ormai cosa certa, ma si può ancora salvare il titolo sportivo.
“Adesso non c’è la matricola ma bisogna fare i complimenti ai giudici che stanno facendo di tutto per salvare il salvabile. Non credo potessero fare di meglio. Tanto di cappello a loro. La base d’asta è di un milione di euro, i debiti sportivi sono niente rispetto al monte debitorio pre-fallimento. La gente non è stupida, sa cosa significhi investire nel Catania. Adesso si lavora sotto traccia ma verranno fuori persone importanti, magari anche Presidenti di Serie A consapevoli della passione unica e delle potenzialità di Catania. Il Catania ripartirà, come successo ad altre realtà importanti. Spero con una società all’altezza, fatta da persone ambiziose. Come lo sono i tifosi, una piazza che deve fare almeno un campionato di centro classifica in Serie A”.

C’è chi sostiene che, per un imprenditore, sarebbe comunque preferibile ripartire dalla Serie D. Qual è la tua idea?
“Sarebbe una grande cavolata preferire la ripartenza dalla Serie D. Chi dice questo, ritiene che fai un sol boccone delle avversarie e invece trovi campi assurdi e squadre organizzate persino in Prima Categoria, che non ti fanno segnare neanche a morire. Noi a Milazzo eravamo sotto di un gol e loro sbagliarono il rigore del possibile 2-0, dopo quella eventuale sconfitta magari il Catania avrebbe cessato di esistere. Più in alto possibile riparti, meglio è. Non è assolutamente detto che ricominci dalla D e vinci subito il campionato. Se il Catania ripartisse dall’Interregionale dovrebbe investire almeno 3 milioni di euro, non avendo alcuna certezza di vittoria. Nel calcio ci sono un pallone, l’arbitro, i suoi assistenti ed i calciatori delle due suadre. Non c’è niente di facile e devi avere le palle quadrate. La Virtus Francavilla è in alto pur avendo tanti giovani in rosa. A volte le annate nascono anche in un certo modo, in determinate realtà ci sono poche pressioni. Devi azzeccare i calciatori adatti ad un certo tipo di piazza”. 

Ti aspettavi l’epilogo del fallimento?
“Sinceramente non ho capito con quali intenzioni reali la Sigi abbia preso il Catania. Avevo capito che c’era qualcosa che non funzionava già quando Pagliara si era defilato. Lui aveva in mente progetti interessanti, la creazione di un azionariato, il coinvolgimento vero e proprio della piazza nel progetto. I soci della Sigi hanno tirato fuori dei soldi e lo capisco, ma se devi tenere in vita solo col tubicino una persona che non potrà mai riprendersi, meglio farla finita. C’era anche il discorso Tacopina. Sarebbe stata la la persona giusta perchè parliamo di un appassionato, di un passionale. La Sigi non ha sistemato la situazione con l’Agenzia delle Entrate ed è saltato tutto. Tacopina ha anche versato circa un milione di euro, dando una mano per la gestione finanziaria del club. Chissà che tramite qualche amico non rientri dalla porta secondaria a Catania”.

Una tua considerazione su Baldini e le ambizioni di questo Catania.
“Io ero molto perplesso all’inizio. Invece Baldini sta facendo un ottimo lavoro. In un momento critico ha avuto le palle di attaccare la Sigi e ricompattare il gruppo, fare un blocco unico. Deve tenere duro aspettando il bando. Poi se riuscirà a far giocare i playoff alla squadra tutto è possibile. Il Catania di Lucarelli non mi sembrava all’altezza, invece quest’organico con anche giovani affamati e di valore mi piace. Certo, si attende una nuova penalizzazione in termini di punti in classifica che potrebbe complicare le cose. Diciamo che la mantenere la categoria, non fallire sarebbe già una grandissima vittoria, per poi ripartire l’anno prossimo con una società che sappia progettare bene”. 

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