Si riuscirà a salvare almeno il titolo sportivo del Catania? La redazione di TuttoCalcioCatania.com ne ha parlato con l’ex difensore Antonino Leonardi, catanese e protagonista rossazzurro negli anni ’70/80, visceralmente legato ai colori sociali del Catania.
Ti ha sorpreso la pubblicazione della dichiarazione di fallimento del Calcio Catania a dicembre?
“Non c’era questo sentore. Almeno, in quel momento. Il giorno prima della sentenza eravamo stati invitati ex giocatori ed allenatori a disputare una partita a Torre del Grifo consegnando anche dei premi. Andai lì con Bianchetti, c’erano Busetta e tanti altri. Ho parlato con Baldini, Pellegrino, Orazio Russo. Non traspariva nulla. La sentenza fu emessa il giorno stesso della gara col Monopoli, secondo me sbagliando nei tempi e nelle modalità. Perchè sul piano psicologico la squadra e tutto l’ambiente erano scossi, il match fu condizionato da questo terremoto, i calciatori praticamente non sono scesi in campo”.
Il Tribunale, però, sta anche tenendo a galla il Catania con la possibilità di salvataggio del titolo sportivo.
“Questo è un importante merito che attribuisco al Palazzo di Giustizia. Perchè, nonostante tutto, al Catania è stata concessa l’opportunità di proseguire la stagione. In tutta franchezza ero diffidente circa la possibilità che venisse estesa la durata dell’esercizio provvisorio. Ma il tempo stringe, febbraio sarà un mese decisivo. Il Tribunale ha dato ossigeno al Catania, tirando fuori tanti argomenti per provare a salvare il ramo calcistico aziendale”.
La Sigi non è riuscita nell’intento di evitare il fallimento. In cosa di ti ha deluso principalmente la gestione della SpA etnea?
“Gli riconobbi il piccolo grande merito di salvare il Catania da un fallimento certo nel 2020. Poi, però, lungo il percorso si sono rivelati illusori anche loro, disattendendo gli impegni. Parliamo di avvocati, notai, commercialisti, imprenditori che conoscono la legge meglio di tanti altri ma hanno commesso degli errori paradossali. Si sono, inoltre, palesati ancora una volta difetti in termini di comunicazione come nelle precedenti gestioni. Io vivo di certezze, ne abbiamo ricevute poche”.
L’11 febbraio sarà il giorno dell’asta. Si presenterà qualcuno ufficialmente o temi il peggio?
“Non mi aspetto un’asta deserta. Ci saranno sicuramente degli acquirenti. Anche perchè si parte da una base di un milione di euro, ci sono solo i debiti sportivi da onorare. Inoltre viene a mancare il fardello economico di Torre del Grifo che avrebbe reso tutto più complicato in presenza di un mutuo da pagare. Penso che ci sia la volontà di qualche imprenditore o di gruppi a rilevare il ramo aziendale calcistico del Catania, magari in futuro riprendendo Torre del Grifo”.
Risponderà presente anche l’imprenditoria locale?
“Mi aspetto che anche qualche soggetto del territorio si faccia avanti. In ogni caso conta la motivazione, la voglia d’investire nel progetto Catania. Adesso il ruolo del Sindaco – che è sempre stato tifoso del Catania – sarà determinante, in generale le istituzioni cittadine nella gestione di una fase in cui il Tribunale ha mostrato tutto l’interesse a far sopravvivere la realtà sportiva”.
Cosa ti aspetti dai calciatori, adesso?
“Qualcuno è andato via. Sono convinto che, a precise garanzie, ad esempio per quanto concerne il pagamento degli stipendi non assisteremo a molte altre partenze. Il primo a partire è stato Ceccarelli, ma lo si sapeva già. Sottolineo i segnali inviati da un calciatore molto importante come Russini, che ha rifiutato di trasferirsi altrove. In questo contesto sono convinto che Baldini riuscirà a condurre la nave in porto, continuando a trascinare il gruppo seppur tra mille difficoltà. Questo gli farà acquisire grandi meriti e riconoscimenti a fine stagione”.
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