Intervento ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com di Dino Di Julio, grande ex centrocampista rossazzurro anni ’90 legatissimo ai colori sociali del Catania. Il suo auspicio, naturalmente, è che a febbraio la città dell’Elefante conosca un nuovo proprietario, rilevando prima il ramo calcistico d’azienda, poi acquisendo il titolo sportivo per rilanciare le ambizioni della piazza.
Ti aspettavi la dichiarazione di fallimento?
“Si sapeva che la situazione non fosse molto limpida però vedere il Catania trovarsi in questa situazione è veramente brutto. Spero che qualcuno riesca a tirarlo fuori da un disastro, come è successo quando il Napoli ad esempio lo prese De Laurentiis. Ci vorrebbero imprenditori simili per una città che vanta tifosi in tutte le parti nel mondo. Sono anni che a Catania non riescono a trovare figure in grado di portare la piazza dove merita, speriamo sia la volta buona a febbraio con l’apertura dell’asta. Il fallimento non lo merita la città e non lo merita la squadra. Il mister ha costruito un ottimo spogliatoio, secondo me il Catania ha fatto anche qualcosa in più sul campo perchè, a livello psicologico, queste situazioni ti cambiano. Puoi essere concentrato quanto ti pare ma alla minima difficotà c’è il rischio concreto di scendere di condizione o prestazione, pagando degli episodi per cali di concentrazione”.
Cosa potrebbe spingere un imprenditore ad investire a Catania?
“E’ una grande occasione per un imprenditore avere la possibilità d’investire in una piazza come Catania, se vuole fare calcio in una certa maniera. Basta solo citare il fatto che in un attimo lo stadio si riempie, in presenza di una proprietà solida. Il tifoso ama la maglia del Catania e seguirebbe la squadra ovunque, figuriamoci di fronte a soggetti che portino avanti una programmazione ambiziosa. C’è tutto alle pendici dell’Etna per risalire la china. Il Catania è un fenomeno di rilevanza sociale non indifferente. Ai miei tempi, quando giocavo in C a Catania, ricordo almeno 15-20mila spettatori allo stadio. Il tifoso ha tanta voglia di vivere il calcio a Catania a livelli importanti. Mi auguro che all’asta ci sia la fumata bianca di soggetti che rilancino la storia rossazzurra con programmi importanti e non solo chiacchiere”.
Se dovessi immaginare un Catania futuro, da cosa ripartiresti?
“Innanzitutto da persone che sappiano in quale tipo di società e piazza investono, essendo in grado di gestire tutti gli aspetti organizzativi, avendo tutte le competenze necessarie per esercitare il loro mestiere. Ci vogliono anche tanti soldi e bisognerebbe tirare fuori dalle giovanili calciatori di prospettiva. Atalanta e Udinese investono ogni anno e buttano dentro ragazzi del settore giovanile. Il Catania ha avuto il coraggio di puntare su Moro, un ragazzo che adesso vogliono tutti. Serve programmazione per arrivare al calcio, quello vero, senza sminuire l’aspetto legato alle giovanili, avvalendosi delle capacità dello staff di saper vedere i ragazzi, individuarne le potenzialità e migliorarli. Catania non ha bisogno di gente improvvisata, ma che faccia il proprio lavoro con professionalità e competenza”.
A proposito di Moro, l’exploit in rossazzurro lo sta rendendo appetibile a numerosi club addirittura di Serie A.
“A Catania ti giochi una carta importante per metterti in mostra o affermarti. Fa curriculum giocare sotto l’Etna. Se fai bene a Catania ti ritrovi subito nel calcio che veramente conta, soprattutto se sei giovane. Luca Moro ne è l’esempio. Anche perchè a Catania le aspettative sono diverse rispetto a tante altre piazze minori. Ai miei tempi, quando entravo in campo, le gambe tremavano perchè sapevi l’importanza di entrare in quello stadio. Un ragazzo che si afferma in quello stadio ha qualità altissime. E infatti Moro, oltre alle qualità tecniche, ha personalità. Gli ho visto fare gol spettacolari, da grande calciatore, anche al cospetto di difese esperte”.
So che ti piacerebbe moltissimo far parte di un eventuale progetto di rilancio del Catania, lo dici da anni. Prima o poi questo sogno diventerà realtà?
“Se ci fosse la possibilità, tornerei immediatamente giù. Mi piacerebbe quantomeno portare avanti una collaborazione tecnica in Prima Squadra. Sai, spesso mi sento telefonicamente con Luca Lugnan. Abbiamo già lavorato insieme, alla Rondinella in Serie D. Ogni mese mi chiama, dicendomi «Dai andiamo, forza! Anche all’estero». Mi ha chiesto inoltre se conoscessi qualcuno che potesse prendere il Catania e che, eventualmente, lui avrebbe fatto altrettanto ricercando soggetti che potessero investire. Anche Luca è legatissimo al Catania. Ritrovarci a Catania sarebbe un sogno incredibile. La priorità adesso è trovare qualcuno con la P maiuscola che prenda il Catania e trasmetta fiducia ai tifosi, con una società forte che dia forza morale all’ambiente. Come eravamo noi, una famiglia. La società ci faceva sentire una carica impressionante, era molto presente con giocatori e tifosi. E’ importante essere chiari da subito con la tifoseria”.
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