In vista di Bari-Catania, partita in programma allo stadio “San Nicola”, la redazione di TuttoCalcioCatania.com ha sentito il doppio ex Alessandro Del Grosso (30 presenze in rossazzurro nei primi anni del 2000 per il terzino, 49 precedentemente in biancorosso) per alcune riflessioni e considerazioni sul match valevole per la quarta giornata di ritorno del girone C di Serie C. Oggi Del Grosso si occupa dell’Under 17 e Under 19 dell’Aprilia, con la giusta dose di entusiasmo e voglia di trasmettere qualcosa d’importante ai ragazzi.
Bari e Catania, due grandi città in C che vivono contesti molto differenti.
“Due città così importanti dovrebbero almeno giocare in Serie B. A Catania c’è stato chi ha voluto sfruttare l’immagine e la situazione del momento, poi i fatti hanno rivelato il contrario di tutto, togliendo il posto a qualcuno che voleva far bene. Ci va di mezzo una tifoseria, una città che non lo merita. Mi rode per Catania che continua a vivere da troppo tempo queste difficoltà. Non è bello vedere in queste condizioni una città così bella e piena di storia. Io ho avuto la fortuna di starci, di conoscere la gente. Grazie al Catania ho ripreso a volare. Dicevano che sarei andato a Catania per svernare, invece poi l’esperienza etnea è stata un trampolino di lancio, trasferendomi successivamente al Napoli. Sono stato bene, poi le vicissitudini societarie hanno cambiato un pò le sorti”.
Come valuti la situazione attuale del Catania?
“Ci troviamo di fronte ad un fallimento, signori miei. Il Catania Calcio ha dato da mangiare a tanta gente, ha tirato fuori numerosi giocatori e allenatori importanti. Adesso c’è l’esercizio provvisorio ma io non penso che andrà deserta l’asta a febbraio. E’ un’opportunità rilevante questa. Soprattutto c’è da sapere programmare con una società solida e forte alle spalle. Adesso la salvezza diventa un obiettivo di primaria importanza per il Catania, che fa i conti con qualche cessione e giocatori che mentalmente non sono tranquilli. C’è chi ha mercato e si chiede cosa è meglio fare, vive nell’incertezza. Ma c’è anche chi non scappa e sa di potersi tirare fuori da queste difficoltà non facendo lo Schettino di turno. E questo è un aspetto molto significativo anche per chi volesse investire”.
Quante inside nasconde Bari-Catania?
“Il Bari ha trovato un Direttore vero, che controlla e vede i giocatori, conosce ogni tipo di calciatore arrivato, vita morte e miracoli scegliendo pima di tutto l’uomo. La vetta della classifica è meritata ma contro il Catania non sarà una partita dall’esito scontato. Ci sono dei risultati che spesso non ti aspetti. In tutte le categorie. Vedi lo Spezia che ha battuto il Milan. Tutto è possibile, il calcio è cambiato. Dipende dagli episodi, dal momento, da come girano le cose. Mi aspetto un Catania agguerrito, non rassegnato. Il Bari è primo e vuole continuare a fare bene ma il Catania sa di non potersi permettere di perdere punti importanti. I biancorossi hanno fatto breccia con l’allenatore, Mignani è un tipo che sa leggere la partita. Tanti cambi in corsa gli hanno portato frutti. Ha creato un entusiasmo nella squadra che non vedevo da anni. Ma attenzione all’approccio alla gara dopo un mese di stop. I favori del pronostico sono per il Bari per quanto fatto finora, il Catania però è pronto a cogliere l’attimo fuggente, non bisogna fidarsi. Le prestazioni migliori il Catania le ha fatte proprio contro le big del girone”.
Chi ha più da perdere in questa partita?
“Il Catania. La tappa di Bari potrebbe essere una ripartenza, riazzerare tutto e dare slancio ai rossazzurri. Un eventuale risultato di prestigio, inoltre, avvicinerebbe più imprenditori in ottica asta. In ogni caso chi volesse investire non dovrebbe dubitare, a mio avviso, sulle capacità di questa squadra ma concentrarsi unicamente sul concetto di programmazione. Il Bari, ad esempio, eccelle in questo e sul piano dell’organizzazione. E’ partito per vincere il campionato, presentandosi già in occasione del ritiro estivo con la giusta rosa e mentalità. Questo campionato può perderlo solo il Bari. Il vero nemico biancorosso è il Bari stesso”.
Chiudiamo con Piccolo, giocatore che conosci bene. Ti aspettavi di più da lui?
“Purtroppo ha avuto sicuramente sfortuna, specie nell’ultimo anno. Non è riuscito con le sue giocate, i suoi dribbling e capacità di calciare le punizioni a continuare ad essere il Piccolo che conosciamo tutti. Si è un pò annebbiato ma è un giocatore che quando sta bene fa la differenza e lo ha sempre dimostrato. Catania è una piazza importante, lì potrebbe diventare un Oliveira o un Mascara ma se la società lo considera in uscita, sicuramente lo è per un discorso legato al risparmio dei costi ed ai problemi fisici, non certamente per scelta tecnica”.
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