Baldini lo aveva detto alla vigilia che il Catania sarebbe salito sul pullman per Bari senza alcun timore reverenziale nei confronti della capolista, andando in campo con l’obiettivo di esprimere la propria idea di calcio. La prova offerta nei 90′ del “San Nicola” è stata di buon livello, con il centrocampo capace di imbrigliare gli avversari e mettere gli attaccanti nelle condizioni ideali per segnare.
Bene alcune individualità. Greco e Russini autentiche spine nel fianco della retroguardia di casa, Provenzano e Cataldi abili a dare sostanza ed equilibrio alla linea mediana, Albertini instancabile sull’out destro e Moro perforante terminale offensivo di un complesso ben orchestrato dal trainer massese. Eppure tutto ciò non è bastato per portare a casa l’intera posta in palio. Sul 1-3 è mancata la lucidità necessaria per mantenere il cospicuo vantaggio di due reti e qualche ingenuità di troppo ha fatto si che venisse vanificato il gran lavoro svolto in fase offensiva.
Moro dal dischetto ha confermato la sua vena di cecchino infallibile, spiazzando Frattali e facendo 9 su 9 in stagione. Il talentuoso attaccante scuola Padova ha incrementato il già consistente bottino di reti in campionato toccando quota 19. Lo stuzzicante confronto tra l’astro nascente padovano e l’esperto Antenucci ha visto prevalere quest’ultimo in termini realizzativi con una doppietta ma nel complesso il Catania ha giocato meglio al cospetto di una formazione costruita per vincere il campionato.
Nell’ottica di una squadra falcidiata dalle assenze, tra squalifiche (ieri erano assenti Claiton e Rosaia) e due positivà al Covid, con una classifica penalizzata e una società fallita e in esercizio provvisorio, il punto ottenuto a Bari diventa prezioso nel percorso che Baldini intende costruire per mantenere la categoria in attesa che l’asta giudiziaria per la vendita dell’azienda sportiva segni l’auspicata svolta sul piano societario.
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