Se esiste ancora la possibilità di salvare il titolo sportivo, il merito è del Tribunale che ha autorizzato l’esercizio provvisorio e dei curatori fallimentari che operano mantenendo viva la speranza che investitori rilevino il ramo calcistico aziendale. Mentre sul campo la squadra si fa rispettare mettendo in seria difficoltà persino la capolista Bari, i curatori lavorano ininterrottamente avviando una serie d’interlocuzioni con soggetti che potrebbero partecipare al bando e recuperando crediti nella maggiore misura possibile.
Come noto è stata fissata una base d’asta di un milione di euro, ma chi volesse aggiudicarsela dovrebbe anche assicurare il pagamento dei debiti sportivi che, attualmente, ammontano a circa 3 milioni di euro. La cifra può essere in qualche modo ridotta attraverso alcune cessioni di calciatori. Inoltre, a proposito del fatto che per la polizza d’iscrizione al campionato la Lega ha escusso 300mila euro (di cui 220mila per omesso pagamento degli emolumenti netti ai calciatori con riferimento alla mensilità di giugno 2021), a dicembre il Catania ha ultimato il pagamento degli stipendi dei calciatori del mese di giugno e, pertanto, la Lega dovrebbe liberare tale garanzia.
C’è anche la possibilità di recuperare una somma di 400mila euro attraverso un attivo mobiliare costituito dalle attrezzature attualmente giacenti e riscontrate dalla Curatela nelle palestre di Torre del Grifo. Può essere utile, inoltre, incassare qualcosa di significativo dalla vendita dei biglietti. Insomma, si cercano varie strade da seguire. Curatori da una parte, direzione sportiva dall’altra. Lavoro in sinergia per salvare il salvabile. Aspettando chi possa rilanciare fattivamente le sorti del Catania.
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