In una città perennemente affamata di grande calcio la parola salvezza, specialmente se pronunciata in terza serie, cozza parecchio con le ambizioni della piazza ma, mai come quest’anno, alle pendici dell’Etna il termine può (e dovrà) far rima con rinascita. Sì, perché dopo il fallimento della 11700, il salvataggio del titolo sportivo ed il mantenimento della Serie C saranno gli obiettivi prioritari da raggiungere per questa seconda parte di campionato.
Le problematiche societarie di inizio torneo hanno determinato il mancato rispetto di due scadenze federali ordinarie, decretando di fatto sanzioni in termini di punti di penalizzazione nei confronti della compagine rossazzurra. Se la prima tranche (-2) è già stata ammortizzata dalla squadra, la seconda potrebbe essere identica o addirittura maggiore se fosse valida la recidività del provvedimento (presumibilmente -4). Il Catania sarà in ogni caso invischiato nella zona playout. Le avversarie degli etnei in questa ipotetica rincorsa al mantenimento della categoria stanno provando a rinforzarsi il più possibile (specialmente Potenza e Fidelis Andria), per questo sarà necessario evitare di smantellare la squadra, come annunciato dal Direttore Pellegrino.
La truppa di mister Baldini nel corso della prima metà del campionato ’21/22 ha già dimostrato di essere un gruppo solido, forte e coeso, in grado di reagire alle avversità e rspettare i colori rossazzurri. Nonostante il fallimento societario e le incognite legate all’asta competitiva, la quasi totalità dei tesserati ha espresso il desiderio di rimanere alle pendici dell’Etna. Segnale degno di elevata considerazione, nell’ottica che il Catania fosse acquistato da un imprenditore forte economicamente e con un progetto serio. Il mantenimento del professionismo sarebbe fondamentale per imbastire una rapida ascesa nel calcio che conta, abbondando gli inferi della terza serie in favore di palcoscenici molto più consoni alla tifoseria catanese.
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