Dopo la doccia gelata del fallimento del Calcio Catania decretato dal Tribunale etneo, l’avvocato Giovanni Ferraù ha dichiarato di proporre la presentazione di un reclamo avverso la sentenza. Alcuni soci della Sigi si sono incontrati a più riprese giovedì, in particolare lo stesso Ferraù con il legale rappresentante della società etnea Giuseppe Augello per capire se effettivamente possano esserci i presupposti per presentare appello. Da questo punto di vista, attraverso un’analisi lucida della realtà, difficilmente si opterà per presentare appello essendo davvero minime, se non addirittura nulle, le probabilità di un accoglimento. Lunedì, invece, gli avvocati Ferraù e Augello dovrebbero rincontrarsi e probabilmente lo faranno anche gli altri soci.
Il Tribunale ha espressamente richiesto che la SIGI restituisca al Calcio Catania una somma di 600mila euro, utile ai fini dell’estensione ai prossimi due mesi dell’esercizio provvisorio. Inevitabilmente è questo il principale argomento di discussione in seno alla SIGI. E’ infatti l’ultima possibilità per consentire al Catania di proseguire il campionato di Serie C, procedendo anche alla vendita all’asta del titolo sportivo (valutazione 600mila euro più il pagamento di circa 3 milioni di euro quantificati per i debiti di natura sportiva). Il tempo stringe. La Sigi faccia in fretta e trovi necessariamente una soluzione affinchè venga quantomeno salvato il calcio a Catania. Sarebbe il contributo minimo da offrire e un dovere morale verso la città dopo la mortificante archiviazione di 75 anni di storia.
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