Giorni e ore di ansia nell’ambiente rossazzurro. Giocatori indecisi che si stanno legittimamente guardando attorno, tifosi che dopo la profonda amarezza causata dalla perdita della storica matricola 11700 temono la sparizione del Catania. Un Tribunale che ha decretato il fallimento ma ha dimostrato di essere sensibile alle vicende del club, concedendo la chance di non perdere il titolo sportivo e, dunque, ripartire. Uno scenario che vede la Sigi in procinto di battere un calcio di rigore, assolutamente da non fallire. Perchè, in questo caso, c’è in gioco il destino ed il futuro del Catania.
Ricominciando dalla categoria di appartenenza, dando la possibilità a chi è interessato a rilevare il titolo sportivo di partecipare al bando che verrà pubblicato per l’avviamento della procedura competitiva. Contestualmente estendendo l’esercizio provvisorio ai prossimi due mesi. Al raggiugimento di tale scopo servono 600mila euro. Soldi che la Sigi può sborsare se tutti i soci, finalmente, mostrassero compattezza e unione d’intenti per quello che rappresenta un obbligo di natura morale. Potrebbero venire in soccorso risorse esterne.
Ad esempio è tornata di moda l’idea di un gruppo maltese, lo stesso che ha contribuito all’iscrizione della squadra al campionato. C’è anche l’ipotesi di tirare fuori una cifra inferiore alle 600mila euro richieste dal Tribunale, ma fornendo ugualmente valide garanzie attraverso una riduzione dei costi. Altra ipotesi, mettere a disposizione 300mila euro per allungare di un solo mese l’esercizio provvisorio. Le riunioni all’interno di Sigi si susseguono, i curatori sono vigili e pronti a relazionare il Tribunale sulla gestione dell’attività di recupero crediti. I tifosi chiedono a gran voce che la Sigi faccia il proprio dovere nel momento più importante e delicato della storia rossazzurra. Esiste la possibilità concreta di salvare ancora il Catania malgrado il fallimento. L’ultima per evitare di sprofondare nell’abisso.
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