Il microcosmo calcistico è un mondo stupefacente, il saggio direbbe nel bene e nel male, tante bassezze ma uguali altezze, così va il mondo.
In più le vicende Catanesi hanno quel sapore agro-dolce inconfondibile per chi ha calcato le sue strade, assaporato il suo sole unico e sofferto per le sue miserie di eterna incompiuta.
Ecco che si staglia all’orizzonte dell’osservazione di sé la luce intermittente del Calcio Catania, croce e delizia, più croce che delizia; io sono un tifoso, dedico un certo tempo ad informarmi, seguo le partite in streaming, in questo periodo, e fantastico ad ogni vigilia scenari in cui gli amati colori del nostro cuore emergono, non importa quale sia la formazione, la qualità degli interpreti, la classifica, c’è solo il team.
Ma, in uno scenario noto e stracotto al Barolo in mancanza di Nerello Mascalese, una fulgida cometa è apparsa ed è stata capace di calamitare i buoni sentimenti di affetto verso quei colori, traducendosi in una magnifica capacità di attrarre la sfera magica nei suoi piedi, destro e sinistro sono di uguale qualità per quanto emerso nelle note balistiche del Cometa.
Luca è un ragazzo veramente bravo, due piedi educatissimi, corsa, scatti, appoggi, un fiuto del gol eccellente, e qualità da fromboliere, termine desueto ma che rende l’idea ottimamente, navigato e un sorriso gentile ed accattivante.
Mi sono molto affezionato a questo atleta rossazzurro, pur sapendo che, come ogni cometa che si rispetti sparirà dal radar del calcio locale, ma che importa, sentite quello che sta succedendo: i tifosi amando la maglia, indirizzano un raggio di attenzione affettuosa verso i ragazzi della squadra, questo raggio trova spazio nel recettore appositamente inserito nella loro presenza (diciamo il centro magnetico all’interno del centro emozionale) e succede qualcosa, più è pulito il recettore più la benedizione intenzionale trova manifestazione.
Qualche giorno fa tre ragazzini, vicino dove abito, confabulavano per una loro impresa di cui sconosco la natura, sta di fatto che hanno poi fatto un patto fra loro suggellato dai quei gesti di cabala e affiatamento tipo Morra (non Damiano) ponendo chiosa con uno splendido “1-2-3 Luca Moro c’è e ne fa due e spesso tre”, mi sono emozionato o meglio ho provato quella unione nelle mie parti spesso separate, che provocano quel sentimento commovente che si prova quando unisci semplicità e profondità alle vicende del percorso soggettivo.
Quindi Luca sappia che noi gli faremo scudo dalle insidie della fame dei media spolpa tutto e se insistono si romperanno tutti i denti, perché quando si è creato un piccolo miracolo (grande Baldini in questo!!!) umano e sportivo questo si alimenterà di buono e di bello e respingerà le forze che vogliono appiattire, normare e inquinare la magia che questo magnifico sport possiede nell’essenza.
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