ESERCIZIO PROVVISORIO: Catania, somiglianze con il caso Ascoli

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Non è la prima volta che nel calcio italiana si fa ricorso allo strumento dell’esercizio provvisorio. Il Calcio Catania è stato dichiarato fallito, ma il titolo sportivo può ancora essere salvato e la squadra proseguire la stagione proprio perchè il Tribunale etneo ha concesso tale esercizio. Almeno fino al 2 gennaio, entro il quale la Sigi dovrà disporre di 600mila euro per intanto estendere il termine e consentire l’avviamento di una procedura competitiva ai fini dell’acquisizione del titolo sportivo. Verificando alcuni casi di successo negli ultimi anni, si registrano delle somiglianze con quanto accaduto ad Ascoli.

Il Tribunale dovette staccare la spina all’Ascoli 1898 gravato da debiti per oltre 35 milioni. Una somma inferiore alla esposizione debitoria del Catania (pari invece a 54 milioni) ma comunque molto importante. Inoltre il Tribunale di Ascoli Piceno, analogamente con Catania, dispose un sequestro conservativo. Il fallimento del club bianconero avvenne anche allora nel mese di dicembre, giorno 17 nel 2013. Il 13 gennaio 2014 venne firmato il bando d’asta con i dettagli sul procedimento per l’acquisto della società che fissò al 6 febbraio il termine per il pagamento della somma per rilevare il sodalizio. Nel tardo pomeriggio del 6 febbraio venne aperta l’unica busta pervenuta, contenente l’offerta d’acquisto dell’imprenditore italo-canadese Francesco Bellini, accettata, sancendo così la nascita dell’Ascoli Picchio F.C. 1898. Il 13 maggio 2014 la F.I.G.C. trasferì il titolo sportivo del fallito Ascoli Calcio 1898 S.p.A. al nuovo soggetto societario. Se il Catania dovesse ottenere la prosecuzione dell’esercizio provvisorio per i prossimi due mesi, i tempi potrebbero grosso modo coincidere.

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