Catania di scena al “San Filippo-Franco Scoglio” domenica pomeriggio. Abbiamo sentito telefonicamente l’attaccante Valerio Anastasi, catanese che ha indossato la maglia rossazzurra e quella dell’ACR Messina nella stagione 2016/17. Adesso milita nella Clivense, società fondata dall’ex Chievo Sergio Pellissier iscritta al campionato di Terza Categoria:
Valerio, innanzitutto come procede la tua nuova avventura professionale tra le fila del nuovo Chievo, denominato Clivense?
“Purtroppo ho riportato la rottura della costola a metà novembre su un contrasto sfortunato, poi sono tornato e ho avuto un piccolo problema all’adduttore, ormai riprendo a giocare nel nuovo anno. Però dai, siamo primi in classifica. E’ stata anche una scelta di cuore, ritornando a giocare in una squadra che ha risalto mediatico. Un’avventura molto divertente nonostante la categoria, mi mancava calciare un pallone, una passione che non va mai via”.
Domani si gioca questo Messina-Catana tra club con problemi societari differenti. E’ un derby triste per certi versi.
“Non è un buon momento. Sul campo magari il Catania sta ottenendo dei buoni risultati ed è esploso un attaccante come Moro che ha reso tutto più facile, mentre il Messina anche a livello di risultati è in difficoltà. Ricordo l’esordio a Pagani dove stravinceva per poi farsi rimontare clamorosamente pareggiando 4-4. A volte queste partite ti segnano, magari se le vinci ti cambiano un campionato. Sono delle mazzate e secondo me la squadra non si è ripresa più. Poi Lo Monaco sappiamo che è un vulcanino, si sono creati dei problemi. Fino ad arrivare ai giorni nostri, con l’ultimo posto in classifica e la volontà da parte del Messina di cedere il club”.
La promozione in Prima Squadra di mister Ezio Raciti può dare una scossa al Messina?
“Quando c’è un esonero, normalmente nella partita successiva la squadra tiene una concentrazione più alta rispetto alle altre gare, poi però devi mantenerla lungo il percorso. Può anche aiutare psicologicamente il fatto che venga a giocare il Catania a Messina. Faccio un in bocca al lupo al mister, anche se la squadra mi sembra abbandonata a se stessa. C’è troppo caos, quando succede questo soprattutto con quella classifica non è facile sopperire. E’ un momento veramente difficile per il Messina”.
Col Messina è una gara trappola per il Catania, che viene da un altro derby vinto e punta a confermarsi domenica.
“Il Catania ci arriva meglio ma è una partita trappola come dici giustamente per via del cambio in panchina e del fatto che si tratta di un derby. Può aumentare la concentrazione in casa Messina ma vedo favorito il Catania che, se non avesse avuto problemi societari, avrebbe disputato un campionato più importante. Secondo me comunque è stato finora un buon campionato quello del Catania malgrado i problemi. Non dimentichiamo che nella rosa etnea ci sono giocatori che ancora vivono senza sapere il loro destino. I rossazzurri vengono dal 2-0 inflitto al Palermo e deve essere bravo il mister a non allentare la tensione. Ma dopo il derby non credo ci sia troppa euforia perchè i giocatori temono le vicisstuini societarie. Sanno che non possono dormire sugli allori e devono cercare di fare il massimo per attrarre eventuali investitori o eventualmente trovare squadra a gennaio”.
Tiene banco il caso Ceccarelli, quali sono le tue riflessioni sul tema?
“Sono scelte personali, in quei momenti ognuno deve pensare al bene della propria famiglia ed a cosa è meglio per se stessi, se magari hai offerte da altre squadre che ti assicurano lo stipendio regolarmente. A me successe a Monza che dovetti cercare un’altra sistemazione alla riapertura del calciomercato perchè era difficile stare fermo per tanti mesi senza stipendio. Chi ha giocato in Serie A non credo abbia problemi in questo senso, ma ci sono anche calciatori che non prendono quei soldi e li capisco”.
Quali ricordi conservi del derby giocato contro il Catania da catanese e calciatore del Messina nel 2017?
“Ricordo bene quella partita, fu divertente giocarla. C’era un’atmosfera bellissima allo stadio, sembrava una gara di altra categoria. Secondo me il Messina aveva fatto un pò meglio del Catania, costretto dal 1′ a giocare in dieci uomini. C’era Petrone sulla panchina del Catania e l’hanno ribaltata per il rotto della cuffia. Quella che portò al derby fu una settimana particolarmente tesa per me, anche perchè tre mesi prima ero a Catania. C’era tanta tensione ma conservo un ricordo piacevole con Lucarelli in panchina. Verso aprile-maggio si pensava di confermare a Messina quel blocco di calciatori ponendo le basi per l’anno successivo, poi in realtà si sfaldò tutto. Lo stesso Lucarelli si trasferì a Catania, io tornai alle pendici dell’Etna. Non partì bene in ritiro e questo fece storcere un pò il naso alla dirigenza. Io faccio molta fatica ad entrare in forma, la dirigenza del Catania mi voleva subito pronto. Lucarelli aveva l’idea di farmi crescere lì facendomi ritagliare il mio spazio, poi uscì a mercato quasi finito la regola delle liste e lasciai il club. Dieci giorni prima di andare via la società rifiutò un’offerta importantissima del Monopoli che mi avrebbe proposto il doppio dello stipendio percepito a Catania. Io avevo l’intenzione di restare al di là dei soldi, il Catania stesso pensava di tenermi e poi è successo quel che è successo, mi sono mangiato un pò le mani”.
Lotta promozione e Play Off, come la vedi?
“Il Catania può puntare alle ultime posizioni dei Play Off, bisognerà vedere ovviamente gli sviluppi societari. Secondo me a febbraio si potrà capire meglio. Per il resto vedo tante squadre in lotta per centrare gli spareggi promozione. In chiave primo posto qualche formazione potrebbe insidiare la vetta, ma mi sembra che questo sia l’anno del Bari. Il Palermo mi è piaciuto in qualche occasione ma perde troppi punti soprattutto fuori casa. A Catania ha perso male e questi sono segnali che smontano un pò le ambizioni. Poi bisognerà vedere se il Catanzaro riuscirà a riprendersi dopo una partenza ad handicap, ha una buona rosa. E’ tutto nelle mani del Bari adesso, lo vedo pronto per tornare in Serie B con un ottimo direttore sportivo come Polito, che mi piace un sacco. Persona davvero competente che ha fatto subito un grande lavoro a Bari, dopo l’operato di Castellammare di Stabia e Ascoli. L’Avellino ha avuto una partenza un pò così ed è difficile che possa recuperare il distacco dal Bari, poi sarà il campo a parlare ma i biancorossi, pur non essendo la Ternana dello scorso anno, sono molto solidi”.
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