ESCLUSIVA – Stampa regionale, Gueli: “Il Catania mi piace, Palermo non ancora maturo. Sulla crisi del calcio siciliano…”

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Roberto Gueli, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e giornalista RAI è intervenuto ai microfoni di Radio Antenna Uno nel corso della trasmissione Città Rossazzurra (appuntamento dal lunedì al venerdì ore 19/20), in collaborazione con TuttoCalcioCatania.com.

Roberto, che partita hai visto domenica al “Massimino” e se ritieni che il Palermo abbia sottovalutato un pò il Catania.
“E’ stata una partita viva. Fa piacere riuscire a commentare finalmente un derby con i tifosi sugli spalti, con sano agonismo ed il prepartita solidale dopo la gara giocata al ‘Barbera’ il giorno prima dove ignobilmente ho giocato anch’io venti minuti sotto la pioggia e la grandine (ride, ndr). Un bel derby, disputato in C purtroppo. Speriamo di vederne in Serie A e B negli anni a seguire. Il Catania ha meritato giocando una bellissima partita. Palermo un pò sottotono e un pò troppo sui propri allori. Era una grande occasione per la squadra di Filippi che evidentemente deve ancora maturare. Alla fine sono saltati anche i nervi, abbiamo visto un brutto gesto subito ovviamente stigmatizzato nei confronti di un giovane raccattapalle ma è stato un derby ben giocato. Catania promosso sul campo e Palermo rivedibile”.

Sono stati più i meriti del Catania oppure i demeriti del Palermo?
“Più quelli del Catania che ha giocato una bella partita. Il Catania è una squadra che mi piace. Ha perso dei punti ad inizio stagione ma si è ritrovata malgrado i problemi esterni al campo. Il Palermo è invece una squadra un pò ondivaga. Ti fa delle prestazioni di un certo tipo, tira fuori una serie di risultati positivi e poi al dunque fallisce l’obiettivo. Vuoi per un pò di supponenza, vuoi perchè la partita è andata male. Il Palermo ha numeri e mezzi per poter fare qualcosa di più ma al dunque non riesce poi a conquistare l’intera posta o addirittura perde come accaduto al ‘Massimino’. Però sia Catania che Palermo possiedono uomini e mezzi per fare meglio con giocatori di gamba. Sono due squadre che possono dire la loro compatibilmente con la classifica che in questo momento è differente”.

Il calcio siciliano vive una grave crisi, ad oggi il livello più alto è la Serie C. C’è un modo per ripartire?
“Io ho vissuto con grande fortuna gli anni d’oro di Palermo, Messina e Catania in Serie A. Catania e Palermo vi hanno militato per molto più tempo, il Palermo ha fatto l’Europa, il Catania ha vinto ovunque. Non abbiamo una terra che esprime grandi imprenditori o grandi personalità. L’unico imprenditore esterno alla Sicilia era Zamparini ed ha tenuto fino a quando ha potuto. Poi è successa l’iradiddio tra arabi e iene che facevano da presidente, lo stesso Zamparini che ha portato al fallimento insieme ai Tuttolomondo e compagnia cantante. Catania e Messina si sono retti su forze locali, poi è andata male. Significa che si riesce a guardare non molto oltre i propri limiti e a volte si sbaglia. Questa è la crisi della Sicilia. Il Sole 24 Ore ci considera come sempre negli ultimi posti della classifica, si vive male in Sicilia, il calcio a volte ne è anche la fotografia. Le squadre che militano in Serie C non viaggiano al primo posto, il Palermo tenta disperatamente di agganciare il treno promozione ed il resto vivacchia. Bisogna avere pazienza e sperare che non passino diversi anni affinchè si possano rivedere queste squadre ai vertici. Sono fiducioso ma il calcio complessivamente vive un momento di crisi e la Sicilia di rimando”.

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