CATANIA: l’attacco s’inceppa e non bastano i guizzi di Russini, stavolta la scelta del 4-4-2 non paga

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Allo stadio “Domenico Francioni” sorride il Latina. Amarezza per i circa 150 tifosi rossazzurri assiepati nel Settore Ospiti che assistono alla settima sconfitta in campionato. Vincono i padroni di casa, i quali incamerano il 19/o punto tra le mura amiche sui 20 complessivamente ottenuti raggiungendo in classifica proprio l’Elefante. Risultato che conferma l’ottimo ruolino di marcia del Latina, quarta forza del campionato considerando il solo rendimento interno (alle spalle di Bari, Monopoli e Palermo) ma anche le pecche degli etnei che hanno totalizzato 6 punti nelle ultime 5 gare frutto di due vittorie, tre sconfitte e zero pareggi.

Un Catania d’assalto, così se lo immaginava mister Baldini riproponendo il 4-4-2 apprezzato contro il Potenza con due esterni aventi caratteristiche spiccatamente offensive come Russotto e Russini, Sipos e Moro in avanti. In effetti Rosaia e compagni partono subito forte, con il piglio deciso di chi vuole vincere per cancellare con un colpo di spugna i punti tolti dalla giustizia sportiva. L’avvio è incoraggiante, il Catania produce presupposti interessanti e palle-gol non sfruttate a dovere da Russini e Moro. Ma nella giornata in cui quest’ultimo viene marcato con particolare attenzione dalla difesa pontina, è la formazione di Di Donato a sbloccare il risultato. Al primo tiro in porta effettuato, il Latina con una splendida giocata di Sane fulmina l’incerto Stancampiano sorprendendo i rossazzurri.

Ti aspetti la reazione del Catania, invece sono ancora i Leoni alati a sfiorare in un paio di circostanze il raddoppio. La squadra guidata da Baldini soffre le ripartenze nerazzurre e la buona disposizione in campo del Latina che, statisticamente, quando passa in vantaggio difficilmente viene ripresa dalle avversarie. Il bunker difensivo regge, il Catania prova a sfondarlo con esiti poco lunsighieri malgrado il potenziale offensivo di cui dispone. Nemmeno gli ingressi in campo di Piccolo e Biondi sortiscono gli effetti sperati. Il Latina si difende con ordine creando qualche patema al Catania in contropiede. Nel corso della ripresa, con il terreno di gioco reso pesante dalla pioggia, il tecnico di Massa si gioca la carta del regista per garantire più ordine e geometrie in mezzo al campo ma, come spesso accaduto finora, Maldonado fatica ad incidere.

Prevale l’aggressività del folto centrocampo del Latina, sospinto dal promettente Tessiore, dalla tecnica di Di Livio e dal mix di qualità-quantità dell’esperto Amodio. Gli etnei attaccano confusamente alla ricerca del pari che non arriva neanche dopo i 5′ di recupero concessi dal mediocre direttore di gara, sig. Scatena della sezione di Avezzano. Il pari sarebbe stato forse il risultato più giusto, nel contesto di una partita dal basso contenuto spettacolare e sostanzialmente equilibrata. Ma conta il responso effettivo del campo, che premia la squadra più volitiva e concreta. Catania costretto a leccarsi le ferite e Baldini che non vede premiata la scelta di confermare il modulo di base opposto al Potenza.

Da segnalare però i guizzi di Russini, ultimo a mollare e che ha lottato con le unghie e con i denti fino a quando è rimasto in campo. Poi, esaurita la benzina, Baldini ha dovuto sostituirlo. L’attacco rossazzurro non riesce a sopperire alle lacune difensive, inceppandosi dopo 13 giornate consecutive in cui il Catania andava regolarmente a segno. Adesso non resta che tramutare la rabbia accumulata per la sconfitta in energia positiva nell’attesissimo derby col Palermo. Fondamentale per l’importanza che riveste ma anche ai fini della classifica. Sperando che, nel frattempo, si muova qualcosa di positivamente concreto sul fronte dell’extra campo, tema purtroppo sempre attuale in casa Catania.

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