Martedì 16 novembre, giorno della partita più importante. Che purtroppo non riguarda il rettangolo verde ma l’extra campo, la sopravvivenza o meno del Catania. Ci siamo per lo svolgimento dell’udienza prefallimentare della società etnea. Una vera e propria bomba esplosa qualche settimana fa dopo la riunione in camera di consiglio dei magistrati che hanno esaminato l’istanza depositata dalla Procura per la dichiarazione di fallimento del Calcio Catania. “La società, già gravata da rilevante esposizione debitoria, continua a operare nonostante da tempo risultati interamente eroso il capitale sociale, con la conseguenza che vi è il concreto rischio di ulteriore lievitazione della esposizione debitoria”, è quanto si legge nel documento firmato dal Presidente della sezione fallimentare del Tribunale.
La Sigi, pertanto, è chiamata a difendersi presentando i documenti e le relazioni tecniche sulla gestione del club, oltre che depositando i bilanci relativi agli ultimi tre esercizi e una relazione dettagliata sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’impresa. In tal senso potrebbe essere determinante attivare quella ricapitalizzazione richiesta a gran voce dal Collegio sindacale e dai revisori dei conti del Calcio Catania, ma che l’attuale proprietà non sembra in grado di assicurare. Potrebbe farlo, invece, chi è potenzialmente interessato a rilevare le quote della società etnea attraverso un piano industriale ben definito e sicuro, supportato da garanzie fideiussorie ed evidenza fondi. La Sigi ha confermato l’esistenza di un forte interessamento di un gruppo estero, lo stesso che avrebbe contribuito a pagare gli stipendi dei calciatori nei giorni scorsi. Di certo è il momento che, chiunque abbia reali intenzioni di fare sul serio, esca allo scoperto dimostrando di possedere le carte in regola per salvare presente e futuro rossazzurro. L’alternativa è una sola: la consegna dei libri in Tribunale. L’importante sarà porre fine, in qualche modo, ad un’agonia che da troppo tempo attanaglia il Catania.
===>>> FALLIMENTO CATANIA: il giudice si riserva di decidere
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