Curiosa intervista concessa dall’attaccante in prestito al Catania Luca Moro ai microfoni di goal.com. Riportiamo di seguito le parti salienti:
“È stata fatta questa scelta del prestito al Catania perché c’era una rosa molto ampia al Padova e magari non avrei trovato lo stesso spazio che ho trovato qui: una decisione presa da entrambe le parti. Anch’io in primis ho detto ‘voglio andare al Catania’ e devo dire che è stata la scelta più azzeccata del mondo. E di questo son felice. È una città totalmente diversa da Padova: c’è più caos, più affetto a primo impatto da parte della gente e questo mi ha aiutato a trovarmi a mio agio sin dal primo giorno. Poi è stato merito anche dei compagni che mi hanno fatto sentire subito parte della squadra, anche se sono arrivato solo l’ultimo giorno. Mi ha colpito il dialetto: e poi il primo giorno, non ricordo per quale occasione, era arrivato da mangiare al campo e vedere tanti arancini e piatti tipici di Catania mi ha fatto un certo effetto”.
“Baldini? Mi son trovato bene sin dall’inizio: secondo me una cosa che mi ha fatto cambiare il mister è l’attacco alla profondità. Fino all’anno scorso venivo troppo spesso incontro e poco in profondità e lui parlandomi di Ciro Immobile mi ha detto ‘Tu sei un attaccante che deve attaccare la profondità’ e questo mi aiutato”.
“Mi hanno detto che chi indossava la maglia numero 24 al Catania (Gionatha Spinesi) era una persona molto importante, che significava “goal”, da queste parti. In realtà non ho preso questo numero per un determinato motivo: mi è arrivato, magari è stato un segno. Ed eccoci qua”. Tra qualche settimana c’è il derby contro il Palermo? Eh, sì. Sono riuscito a cogliere l’importanza di questa gara grazie ai tifosi. Tra l’altro è il 12 dicembre. 12/12: 12+12? 24, quindi… Se mi sento più vulcano, quindi Etna, o mare? Un misto tra le due cose, perché non sono uno che esplode a momenti: il mio carattere è più costante. Penso che ci son tanti lati su cui devo migliorare e visto che ne sono consapevole devo concentrarmi su questi: devo ringraziare i miei genitori e la mia famiglia perché in questa mentalità c’è il loro zampino”.
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