Nel corso della trasmissione Città Rossazzurra (appuntamento dal lunedì al venerdì ore 19/20), su Radio Antenna Uno in collaborazione con TuttoCalcioCatania.com abbiamo sentito telefonicamente il collega de La Sicilia e La Gazzetta dello Sport Giovanni Finocchiaro per parlare della situazione extra-campo del Catania.
Giovanni, si parla dell’invio di PEC ai soci Sigi per chiedere l’immissione di denaro che non arriva. Ti chiediamo un’analisi.
“L’analisi è facilissima ma anche drammatica. La data dell’11 novembre si avvicina. Scadendo la messa in mora potrebbe accadere l’irreparabile. La squadra ha fatto un patto di ferro con la città e la tifoseria, continuando fino a quando sarà possibile farlo ma tutti gli occhi sono ovviamente puntati sulla situazione della Sigi. Mi risulta che siano state mandate delle PEC e che qualcuno ha anche risposto immettendo del denaro. Mi riferisco ai soliti 4-5 soci che avevano già messo mano al portafogli qualche settimana fa. Le Mura, Palma, la Baudo, Nicolosi e Ferraù hanno mosso qualcosa, gli altri – chi più, chi meno – restano inoperosi, in silenzio o in attesa di non so cosa. Non ci sono prese di posizioni ufficiali. Ma le PEC posso darvi certezza che sono state inviate. La questione è in continua evoluzione e spero sia positiva, il resto dei soci pare che stia ancora discutendo ma non so di cosa”.
Eppure il quadro è chiarissimo…
“O si ricapitalizza, s’immettono o recuperano dei soldi, altrimenti dopo le varie penalizzazioni c’è il rischio addirittura di una estromissione della squadra dal campionato. La Sigi si è disgregata, cominciando ad avere pareri diversi al suo interno nel momento post-Covid in cui è stato affrontato il tema dell’iscrizione. Il primo intoppo ha riguardato il mancato pagamento degli stipendi della scorsa stagione. C’è un silenzio che non ci permette di avere nessuna certezza”.
Intravedi una via d’uscita per il Catania?
“Di interlocuzioni se ne parla da Follieri in poi con tutti i risultati che sappiamo. Se mettiamo in pubblica piazza che ci sono interlocuzioni la gente mi ride in faccia perchè gli insulti sono all’ordine del momento. Il malcontento lo posso anche capire, ma mettetevi nei nostri panni, se ci sono queste cose da raccontare stiamo zitti? Vi racconto un piccolo aneddoto…”.
Prego.
“Se io non vedo qualcosa di ufficializzato per bene, non vado avanti. C’è stato un momento in cui Tacopina si è fatto intervistare da tutti, giustamente. Poi mi era stata paventata la possibilità di realizzare un’altra intervista con lui ed io ho risposto «prima Tacopina compra il Catania – senza dargli meriti o demeriti – poi gli dedicherò due pagine intere». Avevo già pronto un dossier di una sua perla professionale da avvocato. Adotto lo stesso metro di valutazione in questo caso. Non scrivo nessuna riga fino a quando non ci sarà una firma. Le interlocuzioni ci sono sempre state. Si è presentato chiunque. Forse solo io e voi non siamo interessati (ride, ndr)”.
Ma una speranza c’è per andare avanti?
“La speranza sempre più flebile è che si continui giorno per giorno cercando di arrivare a fine stagione, oppure ad un passaggio di consegne, ma non ci sono certezze. Non lo sappiamo, forse non lo sanno neanche loro. Se dopo la messa in mora non ci sarà stata una ricapitalizzazione, vorrebbe dire che i problemi sono più di quelli che noi possiamo immaginare. Si naviga a vista, non c’è la possibilità di guardare oltre”.
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