ESCLUSIVA – Rizzo (Pres. Ussi Sicilia): “Catania mai abituata a coralità gestionale. Covisoc, fatto il proprio dovere. Squadra viva”

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Il Presidente regionale siciliano dell’Unione stampa sportiva italiana (Ussi) Gaetano Rizzo è intervenuto nel corso della trasmissione Città Rossazzurra (appuntamento dal lunedì al venerdì ore 19/20), su Radio Antenna Uno in collaborazione con TuttoCalcioCatania.com. Intervento incentrato soprattutto sul tema extra campo:

Quali sono le prospettive per il Catania secondo te?
“Io sono un inguaribile ottimista, quindi il bicchiere lo vedo mezzo pieno. Mi sembra anche di capire che qualcuno dei soci, uno in particolare, abbia l’intenzione di compiere ulteriori sacrifici. Questo contribuirà ad allungare l’agonia oppure a risolvere in via definitiva il problema del Catania di carattere finanziario, come mi auguro? In qualsiasi società non tutti hanno la stessa percentuale di quote. Qualcuno però ha tirato molto di più la carretta rispetto ad altri all’interno dell’attuale compagine societaria”.

Come valuti i problemi di comunicazione all’interno di Sigi?
“Non si è curato forse in maniera particolare l’esterno perchè occorreva risolvere soprattutto problemi interni e di carattere estremanente pratico, denaro, investimenti e risorse. L’aspetto della comunicazione magari non è apparso fondamentale. La Sigi è composta da tante anime. E’ difficile fare bollire il pentolone allorquando sono tanti a tenere accesa la fiamma. Non era facile sobbarcarsi un’iniziativa finanziaria così rilevante e con tutta questa coralità. La piazza di Catania è sempre stata abituata ad avere un solo Presidente, un’unicità gestionale, una voce di riferimento unica”.

Sigi ha avuto inizialmente il beneficio di salvare la matricola, poi è arrivata la trattativa con Tacopina che si riteneva decisiva ma è mancato l’accordo. Perchè?
“E’ venuta probabilmente a mancare l’unità di intenti, essendo in molti all’interno della compagine societaria. Qualcuno aveva una determinata analisi e altri no. Nel frattempo Tacopina ha deciso di imboccare altri percorsi ed ha anche conferito del denaro che è servito al Catania, non certo bruscolini”. 

L’iscrizione del Catania si poteva gestire diversamente da parte della Covisoc?
“La Covisoc ha il compito di vigilare e deve prestare attenzione ai bilanci, alle scritture contabili, anche alle cose che possono sembrare più banali. Quando si parla di una società in genere bisogna essere trasparenti al massimo. Non che il Catania non lo sia stato. La Covisoc ha esercitato il proprio dovere. Non è facile riuscire ad ottenere certi adempimenti quando ci si ritrova in una situazione precaria, eppure il Catania è passato sotto le forche caudine e sono sicuro che in futuro possa rimettersi in sella”. 

Parentesi sull’extra campo. Ti aspettavi tanta grinta e impegno da parte della squadra?
“La squadra ha dimostrato serietà nella sua globalità e individualità. La messa in mora è un fatto strettamente tecnico perchè senza questo passaggio un domani i giocatori non hanno titolo a procedere con tali rivendicazioni. Sono dei lavoratori la cui vita lavorativa si conclude a circa 36-38 anni. Sul piano dell’impegno ho visto una squadra viva, che lotta. Magari è stata costruitta in fretta e furia, ma bilanciata. Sotto il profilo della resa e dei risultati non avrei timore. Questo mi fa stare tranquillo. Il problema sono i bilanci e bisogna capire come procedere non solo con gli esborsi attuali, ma anche con quelli successivi”.

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