ESCLUSIVA – Montineri: “Catania, continuità nel processo involutivo. Pellegrino parla di valorizzazione dei giovani ma li ha presi in prestito…”

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Tra campo ed extra campo, Gian Paolo Montineri, conduttore e speaker sportivo, è intervenuto nel corso della trasmissione Città Rossazzurra (appuntamento dal lunedì al venerdì ore 19/20), su Radio Antenna Uno in collaborazione con TuttoCalcioCatania.com:

Come vedi il Catania anche alla luce delle ultime sconfitte amare che confermano i limiti di questa squadra?
“La transizione di questo periodo c’è già da diversi anni per il Catania, quest’anno è ancora più difficoltoso perchè sta avvenendo la continuità di un processo involutivo. I ragazzi del Catania sono istintivamente chiamati a vivere anche emotivamente le partite. Se perdi è un problema, se vinci è uan giornata di speranza. Ma la difficoltà sarà ogni volta capire cosa succederà tra un mese. Perchè la squada pur provando a rimanere distaccata dai fattori esterni, non riesce a farlo del tutto ed è normale che ci siano alti e bassi”.

Qual è la tua lettura in merito a quanto accade sul fronte extra campo e Sigi?
“E’ giuridica. E’ stato preso un mese dal giudice che ha in mano il fallimento. Questo mese serve a leggere chi realmente deve avere i soldi per primo e chi deve averli per ultimo, andando a verificare chi realmente deve tirare fuori i soldi. E’ lì il processo. Chi vuole ignorare le regole del calcio le ignora, ma il linguaggio del calcio da interpretare è quello scritto nelle carte federali. Mi si è abbassata la loro considerazione di manager nella gestione aziendale che avevo, mi auguro che abbiano attorno dei consulenti che li sappiano redarguire. Ho letto inoltre le dichiarazioni di Pellegrino e sono rimasto un attimo così perchè sarebbe stato meglio rimanere in silenzio. Parla di valorizzazione dei giovani ma nemmeno lui in realtà sa cosa succederà. I giovani non sono peraltro valorizzati ma in prestito, anzi i tuoi li hai svincolati. Quanti ragazzi sono stati svincolati dal Catania? I giocatori vengono a Catania perchè la piazza è importante, perchè i media non mollano il Catania. Ma il vivaio non c’è, prendi i calciatori in prestito”.

Il cammino del Catania rispecchia il reale valore o con questa rosa si poteva fare di più?
“I giocatori sono amalgamati in un certo modo. Non c’è chi spicca. Sono altalenanti. Ogni azienda da ogni codice umano cerca di prendere la migliore risorsa e le migliori caratteristiche, poi le mette assieme in una piramide avendo da lì il migliore prodotto. All’interno c’è un altro insieme di caratteristiche che possono essere la disponibilità, la generosità, la testa, la personalità. Al Catania manca la personalità di squadra, spicca a momenti ma in modo individuale, in base magari a come si sta mentalmente. Se non hai il livello tecnico individuale, tiri fuori altre cose. E un allenatore che non sia fissato cerca di lavorare su altri aspetti. Se è fissato con le proprie idee che possono essere difendibili per certi aspetti, per altri non condivisibili, è un allenatore che, in dialetto siciliano, s’ammucca a spisa. Un allenatore elastico invece prova a trarre altri benefici”.

Grirelli parla di nuove regole e riforme. Ma quando si faranno? 
“Quando sei sotto scopa non puoi mai comandare o determinare. Quando abbiamo dei cambiamenti radicali c’è paura, squilibrio. Loro hanno paura che un cambiamento radicale possa crere squilibrio. Hanno armmortizzato gli oneri, rinviato scadenze, oggi la scusa è il Covid, non fare incassi, c’è sempre un atto giustificativo. Il calcio è diventato un percorso che va fuori dal contesto culturale. E’ completamente cambiato, fatto di business e finanza”.

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