Ha coronato il sogno di giocare in Serie A vestendo la maglia del Catania. Parliamo del catanese Francesco Millesi, che ha rilasciato alcune brevi dichiarazioni intervenendo nel corso della trasmissione Città Rossazzurra (appuntamento dal lunedì al venerdì ore 19/20), su Radio Antenna Uno in collaborazione con TuttoCalcioCatania.com focalizzando l’attenzione sulle vicende rossazzurre:
Come stanno vivendo secondo te i giocatori le vicende extra campo?
“I calciatori siamo tutti di passaggio, idem la società, gli allenarori. Rimangono i tifosi fedeli sempre alla maglia. Sono loro parte lesa di questo disastro, stanno soffrendo più di tutti”.
A proposito della tua carriera, hai vissuto ad Avellino l’esperienza migliore?
“Io mi sono consacrato ad Avellino. Gli anni migliori li ho fatti lì, poi ho voluto fortemente giocare per il Catania. Del resto il sogno di ogni bambino è quello di vestire la maglia della proprià città in Serie A. Ho accettato nonostante avessi molte richieste, poi ci sono stati tanti problemi come altri calciatori venuti qui a Catania per una gestione fatta un pò così ma non rinnego nulla, sono felicissimo di avere vestito la maglia rossazzurra. Se avessi avuto continuità sicuramente avrei fatto meglio”.
Come hai visto finora il Catania sul campo?
“Per vincere e centrare gli obiettivi ci vuole sempre organizzazione ed un lavoro enorme all’interno. Bisogna essere tutti uniti, mirando alla medesima direzione. Se ci sono dei problemi bisogna tenerli fuori dal campo. Oggi in Lega Pro ci sono troppi giovani che faticano a gestire situazioni delicate, ma finora il Catania ha fatto il suo. Poteva andare meglio all’inizio del campionato ma i ragazzi hanno poco da perdere e sono sicuro che miglioreranno nel prosiegu”.
Che ne pensi di Luca Moro?
“Moro è un grandissimo giovane, sta facendo bene. Possiede delle qualità ma ho paura che si possa esaltare fin troppo e bruciarsi. Speriamo di no. Non è facile per un calciatore giovane come lui possa tenere i piedi per terra perchè incosciamente si può esaltare in modo eccessivo perdendo magari la fame, se un giovane perde la fame non arriva”.
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