Esperto dirigente, consulente personale del Presidente del Taranto Massimo Giove e Direttore del blog d’informazione sportiva ‘I Graffi sul Pallone’, Vittorio Galigani è intervenuto nel corso della trasmissione Città Rossazzurra (appuntamento dal lunedì al venerdì ore 19/20), su Radio Antenna Uno in collaborazione con TuttoCalcioCatania.com facendo anche delle riflessioni sulla situazione societaria del Catania:
Quali sono le sue sensazioni relativamente alle vicende extra campo del Catania?
“Da regolamento sapete che alla prossima mancanza federale il Catania sarebbe fuori dal campionato, dispiacerebbe per la tradizione e la città. I ragazzi si stanno impegnando veramente, cercando di portare più punti possibili a casa. Ora bisogna aspettare la data del 16 dicembre (udienza prefallimentare) che è un pò la spada di Damocle, vedendo se la dirigenza riuscirà a superare questo passaggio importante”.
Come giudica il percorso dell’attuale proprietà del club rossazzurro?
“A Catania siete molto legati al numero di matricola. Secondo me, però, ove non si trovasse la quadra sarebbe giusto mettere da parte l’affetto per la matricola e ripartire da zero. Cioè portare i libri in Tribunale con una gestione provvisoria affidata ad un commercialista per vedere di risolvere il problema definitivamente. Non mi auguro il fallimento del Catania, ma la procedura fallimentare toglierebbe molti degli oneri e debiti che gravano sulla società. Rimarrebbero soltanto in piedi gli impegni finanziari assunti nei confronti dei calciatori e diventerebbe più facile, forse sarebbe la soluzione migliore. A meno che non arrivi un investitore veramente deciso e solido che possa dare la linfa finanziaria necessaria per portare avanti il programma e ricondurre quanto prima Catania dove gli compete. Ma da uomo di calcio penso sia difficile. Comprendo tutti i sacrifici fatti da coloro che lavorano in società, ai quali bisogna rendere grandi meriti ma è necessario reperire le risorse economiche per un progetto di questo genere. In passato ricordo che fecero un dispetto ad Angelo Massimino, io ero venuto a Catania assieme ad Osvaldo Jaconi, per motivi politici però qualcuno sottrasse la Serie C al Catania di Massimino. In seguito la famiglia Massimino ha rilanciato il club. Oggi è il caso di chiedersi se è meglio ripartire dalla D o tribolare come accade adesso nonostante i risultati che la squadra sta ottenendo. Non dimentichimo anche che il Catania prenderà 6 punti di penalizzazione”.
Parentesi sul campo. Nel girone C può essere il momento giusto per il salto di categoria del Bari?
“Direi che sulla carta Bari e Catanzaro sono favorite per il primo posto, anche se vanno a corrente alternata. Il Catanzaro lo abbiamo incontrato e ci ha messo sotto meritando ampiamente la vittoria. E’ un campionato altalenante, si credeva che il Bari potesse andare a largo fin dall’inizio e invece ci sono delle difficoltà anche quest’anno per i biancorossi. Poi c’è la sorpresa Monopoli, sta rinvenendo in maniera determinata anche il Palermo. Il campionato è molto lungo e di cose ne possono succedere ancora tante. L’Avellino, invece, non mi ha fatto una grandissima impressione. Ci sono molte squadre con tradizioni notevoli ma la qualità non mi sembra eccelsa, il livello del campionato è mediocre”.
Il Catania prosegue la militanza in C. Quali sono stati secondo lei i principali errori commessi dalla società in questi anni?
“Bisogna risalire ad antecedenti. Alla gestione Lo Monaco a mio avviso non si può imputare nulla perchè ha ereditato una situazione economica disastrosa, ha provato in tutti i modi a rimetterla in piedi e non è stato possibile. So i sacrifici che ha fatto, poi nel mondo il più bravo è quello che sbaglia meno. In precedenza si sono verificate situazioni dal punto di vista regolamentari (vedi i Ttreni del Gol), e le difficoltà di Pulvirenti che non navigava nell’oro. Lì nascono i problemi del Catania. Con tutti i gravami finanziari, sappiamo anche dei mutui che gravitano su Torre del Grifo, un impianto tra i migliori d’Italia a livello infrastrutturale. Il Catania è anche andato vicino alla B attraverso i Play Off. A Catania non si può fare una squadra di giovani, la piazza pretende una squadra competitiva e all’altezza di vincere un campionato”.
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