ESCLUSIVA – Avv. Rapisarda: “Fallimento pilotato? Tempi ristretti. Torre del Grifo e Catania Servizi…”

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L’avvocato Giuseppe Rapisarda, tifoso ed opinionista da sempre vicino alle vicende del Catania, è intervenuto nel corso della trasmissione Città Rossazzurra (appuntamento dal lunedì al venerdì ore 19/20), su Radio Antenna Uno in collaborazione con TuttoCalcioCatania.com per analizzare quanto sta accadendo in seno al Calcio Catania sul fronte extra campo:

Si riuscirà a salvare in qualche modo il Calcio Catania anche stavolta?
“La speranza è l’ultima a morire. Se ce la facciamo dipende dalla necessaria ricapitalizzazione. Me lo auguro. Abbiamo fatto tante previsioni ed auspici ma dovrebbero parlare i fatti. Non ricordo neanche nel campionato regionale di Eccellenza un momento così basso in termini di credibilità della società Calcio Catania. Il problema della vicenda legata alla Calcio Catania Servizi andava risolto per tempo. Nel momento che si acquisisce dal bando il Catania, si acquiscono le controllate al 100% del Catania e quindi doveva essere onore e preoccupazione di Sigi non far fallire la Catania Servizi. Se non era risolvibile il problema della Catania Servizi non vedo perchè è stato acquisito il Catania, che controllava la stessa. I tifosi sono stanchi di queste argomentazioni. Il problema è pesato come un macigno anche nelle prospettive di un’eventuale acquisizione del Catania perchè parliamo di una richiesta da verificare di sequestro conservativo di 3.3 milioni di euro. Non è una passeggiata di salute soprattutto per un club di C”. 

Dare eventualmente in gestione Torre del Grifo non potrebbe far parte di una strategia che consenta un investimento più grande in un momento successivo?
“Soltanto se chi acquisisse in locazione Torre del Grifo poi avesse la forza e la capacità di acquistare il Catania, trasformandosi da inquilino a proprietario. Questo non lo so perchè non conosco i soggetti interessati alla locazione di Torre del Grifo. Se fosse fine a se stessa tapperebbe un buco ma imprenditorialmente sarebbe una soluzione suicida perchè il Catania ad oggi non è fallito proprio perchè possiede Torre del Grifo. Il Catania è tecnicamente fallito da dicembre 2019, essendo una società bisognosa di vivere di finanziamenti esterni non riuscendo a fare un bilancio zero tra utili e perdite. Il Catania è in costante perdita ed ha avuto bisogno negli anni passati di apporti finanziari continui, dapprima da Finaria e Meridi. Il Catania è stato mantenuto in vita da apporti di non meno di 5 milioni di euro l’anno da parte di Finaria o Meridi che facevano parte del gruppo di Pulvirenti. Adesso è stato tenuto in vita dagli apporti finanziari immessi dai soci Sigi. Il Catania non produce utii. Le speranze di rimettere in moto il Calcio Catania sono collegate alla riapertura di Torre del Grifo che ha dei costi imponenti ma, se rimesso in moto, parliamo del centro più importante e rilevante a livello nazionale. E’ sovradimensionato per una società di Serie C ma con degli investimenti massicci ed un Catania in B si riprenderebbe un circuito virtuoso che in questo momento è un pallido ricordo. Scorporare Torre del Grifo dal Catania significherebbe condannare il Catania al fallimento nel medio-lungo periodo, sempre che non sopravvengano gli inadempimenti costanti alle scadenze della FIGC”.

Si parla tanto della possibilità di accedere alla procedura comunemente chiamata «fallimento pilotato», ultimo baluardo per poter evitare di perdere il titolo sportivo. Quali potrebbero essere eventualmente gli scenari?
“Il fallimento pilotato in realtà è un gergo giornalistico perchè nel codice di procedura civile non esiste. E’ stato utilizzato ad esempio ad Ascoli affinchè nei tempi quanto più rapidi possibili il ramo del titolo sportivo potesse essere acquisito salvando il patrimonio e la categoria in capo alla squadra. Chi acquista il titolo sportivo conterrebbe in sè tutte le obbligazioni contrattuali, dovrebbe garantire tutti i pagamenti e contratti in essere di natura sportiva e garantire la Federazione attraverso un piano triennale di solidità economica. Nel caso del Catania gran parte dei debiti sono verso l’Agenzia delle Entrate, il Comune di Mascalucia, fornitori di beni e servizi, questa tipologia seguirebbe la linea delle procedure fallimentari ordinarie mentre con l’acquisizione del titolo sportivo – pagando un corrispettivo in controvalore – si garantirebbe la salvezza del titolo Catania 1946 con la data di nascita 24 settembre. Adesso però i tempi sono ristretti. Occorre tempo per avere la sentenza dichiarativa di fallimento e perchè un curatore entri nell’esercizio delle sue funzioni. Prima di arrivare alla vendita occorrono dei tempi tecnici ineliminabili. Il discorso andava fatto ad inizio stagione invece di ricorrere a collette improprie ed improvvisate o attraverso situazioni che stanno producendo questa implosione del Catania”.

Abbiamo visto una foto che la ritraeva a cena con il Dottor Morosoli e Aliquò. In questa cena amichevole e conviviale si è parlato un pò di Catania?
“Era una cena fra amici. Abbiamo parlato di noi e del più e del meno. Ovviamente abbiamo anche parlato di Catania, chiedendo ad Aliquò – socio Sigi e professionista assolutamente competente e per bene – quale fosse la situazione del Catania, da sportivi e tifosi catanesi. Ci siamo sincerati di conoscere le prospettive, abbiamo parlato di alcune criticità sul tappeto, disegnando degli scenari che sono quelli di cui abbiamo discusso ai vostri microfoni. Se c’era la possibilità di considerare l’ipotesi del fallimento pilotato e se vi fossero degli investitori che potessero salvare il Catania”.

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