Giacomo Cagnes, Direttore di Futura Production, è intervenuto nel corso della trasmissione Città Rossazzurra, su Radio Antenna Uno in collaborazione con TuttoCalcioCatania.com per riflettere sulla delicata situazione societaria del Catania.
Che ne pensi di questa situazione tumultuosa dal punto di vista societario?
“Cercando di essere ottimista, penso che la società possa quantomeno chiudere il campionato e dare una possibilità di sviluppo futuro. Si sono assunti una responsabilità incredibile nel voler cercare di salvare la matricola. Francamente non metterei sul piatto il fatto che siano imprenditori ma, presumibilmente, dei tifosi che hanno deciso di fare questo. Se poi andiamo a guardare con il pensiero recondito di «questi volevano fare business», allora io non sono d’accordo perchè nel calcio il business lo fai in Serie A e non in C dove non hai proventi di nessun genere. Ritengo che sia importante pensare che questo gruppo possa onorare l’impegno preso. Capisco che è molto difficile perchè i debiti ci sono. Forse qualcosa sarebbe stato opportuno tenerlo per sè piuttosto che renderlo pubblico facendo scattare supposizioni di ogni genere. Avrei preferito un pò di silenzio in più in questo caso ed un lavoro più certosino alla ricerca di fondi e possibili iinvestitori”.
Si parla spesso di Catania in termini di appetibilità o meno. E’ realmente appetibile per gli imprenditori che vogliono fare calcio?
“Se fossi un imprenditore con tanti milioni di euro ci penserei molte volte a fare un investimento così perchè stiamo partendo dalla base del calcio dove non viene garantito nulla, arbitri scadenti, terreni di gioco mortificanti, tifosi giustamente abituati a palcoscenici più importanti costretti a sobbarcarsi delle trasferte per vedere partite di Serie C. Sotto questo profilo direi che bisognerebbe andarci con i piedi di piombo. Ma se penso all’ìimprenditore che guarda a Catania cosa potrebbe dare in futuro e cos’ha dato in passato, il discorso cambia. Ci sono dei debiti ma la gran parte di questi sono rateizzati, Catania è una delle principali città meridionali con uno stadio che può accogliere 23mila tifosi attaccati alla maglia. Tifosi che ora lo stanno dimostrando tornando a tifare sugli spalti. Allora può essere che all’imprenditore straniero l’appetito venga. E’ chiaro che se tu vuoi partire con la politica dei piccoli passi, questi debiti non li puoi annullare con la Serie C. E’ impensabile, a meno che tu non dia in gestione Torre del Grifo e guadagni bilanciando le uscite con le entrate del centro sportivo. Devi chiudere il campionato e sperare che ci sia l’imprenditore che guardi le carte e faccia un investimento a lungo termine. Allora si potrebbe avere la speranza di andare avanti”.
Passiamo al campo, Moro sta proponendo dei numeri importanti…
“Vive un momento d’oro. Ha 20 anni, il Padova ci ha visto giusto perchè lo ha piazzato in una delle società più importanti nel panorama calcistico nazionale e lui sta rispondendo alla grande. Ma se il ragazzo fa quello che fa è anche perchè c’è un assetto di squadra che lo mette nelle condizioni di essere sempre presente in fase offensiva. Fermo restando che lui ci mette molto del suo, i numeri ce li ha e penso sia un attaccante di grande prospettiva”.
Quanto rischiano di risentire i giocatori della crisi societaria?
“Siamo nel primo gradino dei professionisti. I calciatori sono garantiti dalla Lega perchè ci sono soldi nelle casse della stessa che potranno coprire le spettanze, l’unico problema è che i giocatori pagano le bollette, hanno bisogno di mangiare e di fare quello che una normale famiglia fa, quindi se i soldi ritardano subentrano dei problemi. E’ partito un countdown da quando i ragazzi hanno messo in mora la società e deve essere stoppato. La società ha ben chiaro il fatto che deve per forza onorare tutte le spettanze, un anticipo non basta. Se così non avenisse i giocatori si possono svincolare e accasare ovunque, prendendo i soldi delle spettanze maturate e addio matricola. Rimarrebbe in piedi solo la possibilità, forse, di mantenere il titolo sportivo continuando a giocare”.
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