Noto esperto di sport e tifosissimo del Catania, lo scrittore Tino La Vecchia è intervenuto come ospite nel corso della trasmissione Città Rossazzurra (appuntamento dal lunedì al venerdì ore 19/20), su Radio Antenna Uno in collaborazione con TuttoCalcioCatania.com per commentare le vicende relative al Calcio Catania tra campo ed extra campo.
Come valuti l’esito dell’assemblea dei soci all’interno di Sigi?
“E’ stato promesso l’impegno di tre milioni di euro entro giugno 2022. Una data che sembrerebbe lontana ma il tempo scorre in maniera inesorabile e poi tutti i nodi verranno al pettine. Per intanto c’è la gestione di questa stagione che rischia di essere compromessa”.
Cosa pensi dell’operato di Sigi fino a questo momento?
“Durante una premiazione che ha visto coinvolto Maurizio Pellegrino ho avuto modo di seguire le primissime fasi della Sigi. Come tanti tifosi ero carico di speranze. Speravo effettivamente che il salvamento della matricola potesse essere il preludio di una sistemazione completa. Poi sono venute fuori delle cose che magari non tanti si aspettavano. Innanzitutto questa solidità finanziaria che non è tale da potere rilanciare il Catania dove merita. La buona volontà da sola non basta. Ci vuole di più. E’ subentrata successivamente la vicenda Tacopina che si sintetizza così: «Tacopina è il proprietario della Spal». Il debito del Catania è abbastanza sostanzioso e quindi il closing non è andato in porto. Adesso è una società che da un anno ondeggia fra la speranza di avere una mano d’aiuto e la ricerca di una possibilità per uscire da questa situazione. La società non è solida, non lo è non per mancanza di volontà dei soci della Sigi, ma per le esigenze economiche che oggi ci vogliono per mantenere una squadra di Serie C ad alto livello”.
Quali sono state le mancanze di Sigi?
“Io non credo di essere all’altezza di potere bacchettare gli eventuali errori nè mi permetto di farlo. Se un errore c’è stato, potrei dire forse nella facilità con la quale si pensava di affrontare determinati momenti. Una sottovalutazione dei problemi, degli ostacoli, delle spese finanziarie che inevitabilmente occorrono per mantenere una struttura calcistica in una città come Catania. Tante volte la buona volontà di qualunque individuo non basta per ottenere dei risultati. Ci vogliono tante cose e qualcosina sicuramente è mancata. Fermo restando che io per struttura mentale non sono molto d’accordo ad una società di calcio gestita da tantissime persone. Io avevo circa 12 anni quando mi sono chiesto quale di due proverbi catanesi fosse reale, «Chi scuru di mezzanotti non po’ fari» e «O peggiu non c’è fini». Ancora oggi non sono riuscito a darmi una spiegazione. Il peggio sarebbe il fallimento della tanto amata matricola che è stata difesa con i denti, forse per un fattore di affetto, per una spinta della piazza, ma probabilmente sarebbe stato più opportuno pensare meno all’affetto e più all’aspetto pratico. Io mi auguro da catanese che si possa uscire da questa situazione non facile. Il Catania ha sfiorato più volte pericolosamente l’orlo del fallimento”.
Come hai visto finora la squadra in campo tenedo conto delle difficoltà?
“E’ stato penalizzato spesso il Catania in Serie C. Questa spia rossa si è accesa più volte e non so come si può uscire fuori da questa situazione che i tifosi non meritano e coinvolge anche l’aspetto sportivo. Il Catania in tutta la sua storia, almeno dal 1952-53, non aveva mai iniziato un campionato con quattro sconfitte nelle prime sei gare ad eccezione di due tornei di Serie A, ma stiamo parlando di Serie A. La squadra è stata inevitabilmente condizionata dalle vicende societarie. Il reparto difensivo non mi piace per nulla. Il Catania ha la terz’ultima difesa del campionato, peggio hanno fatto solo il Messina e l’Andria. Alcune reti le ha subite in situazioni davvero scolastiche e con una difesa mal piazzata”.
Quali ambizioni per il Catania, extra campo permettendo?
“Se la situazione non precipita, il Catania io credo possa tranquillamente arrivare all’ottavo posto, non credo oltre. Francamente il Bari è di gran lunga superiorie al Catania. Palermo, Catanzaro, Foggia e Avellino sono più attrezzate. L’ottavo posto, o comunque la parte sinistra della classifica, è abbordabile per il Catania nonostante sia una squadra giovane”.
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