E’ intervenuto ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com un grande ex bomber rossazzurro come Alessandro Ambrosi, in vista del confronto con la Juve Stabia, altra squadra in cui ha militato in carriera. Gli abbiamo chiesto un parere sulla giovane promessa Luca Moro, attuale migliore marcatore del Catania, ed in generale sull’attuale situazione difficile della società rossazzurra e le ripercussioni sul campo.
Alessandro, quale differenza hai riscontrato tra le piazze di Catania e Juve Stabia?
“Sono piazze che ho vissuto in periodi diversi. Con Catania c’è stato un feeling eccezionale. Sembra che abbia disputato dieci anni in Sicilia nonostante i pochi mesi, a livello professionale ed umano è stata un’esperienza fantastica e per certi versi irripetibile. A Castellammare invece ho giocato un anno e mezzo, anche lì ho fatto molto bene. Sono due piazze che differiscono parecchio. La Juve Stabia sta venendo fuori adesso, il Catania ha molta più tradizione. Sono due club importanti e ambiziosi ai quali sono molto legato”
Contro la forte Juve Stabia sarà un bel banco di prova per il Catania.
“Sicuramente lo è. La Juve Stabia non segna tantissimo ma è squadra quadrata, ha raccolto 11 punti finora in campionato. Sarà una gara dura per il Catania contro un avversario che vorrà disputare una partita importante. Ma si tratta di un bel banco di prova anche per loro. Troveranno un Catania che ha bisogno di punti e giocherà al ‘Massimino’ dove fare punti non è mai facile per nessuno”
Ti aspettavi questo avvio di stagione da parte del Catania?
“Sapevo che sarebbe stato complicato lasciarsi alle spalle tutte le problematiche societarie e andare dritto per dritto. Incide parecchio l’extra campo perchè i calciatori non sono tranquilli e in una piazza come Catania che è piena di giornali, tv e media i calciatori subiscono chiaramente questa pressione ma devono estraniarsi, non è facile vivere una situazione del genere. C’è il rischio che venga fuori un campionato altalenante soprattutto avendo tanti giovani in rosa. Io mi auguro che il Catania trovi la sua identità. Gestire i giovani non è semplice, fermo restando che ci sono anche i calciatori d’esperienza che devono rappresentare l’ago della bilancia. Facendo da traino per i giovani. Diventando leader del gruppo non a chiacchiere ma con i fatti, non perchè uno porta la fascia da capitano ma trascinando realmente il gruppo. A chiacchiere sarebbero tutti grossi leader. I giovani attualmente in forza al Catania sono di valore, ma i più esperti devono aiutarli a farli esprimere al meglio”
Da ex bomber, quali consigli per Moro?
“I numeri sono dalla sua parte. Sta facendo bene, può continuare così e disputare un campionato importantissimo. Avere gente che segna là davanti non è mai facile e scontato, l’attaccante è un ruolo molto delicato. Se c’è un ragazzo che la butta dentro con regolarità è sempre una buona notizia. Sta attraversando un buon momento ma mi sento di consigliare di rimanere equilibrato e distaccarsi il più possibile da condizionamenti esterni che, in una città che vive di calcio, sono la normalità. Non deve lasciarsi trasportare da tutto questo ma rimanere concentrato su se stesso. I ragazzi spesso sono soggetti a grossi picchi, gare eccezionali e prestazioni deludenti. Lui deve pensare solo al campo e alla settimana di lavoro”
Questo Catania ha potenzialità ancora inespresse?
“Il Catania potrebbe dare di più ma dipende da quello che saprà tirare fuori il mister dal gruppo. Specie nei giovani le qualità vanno tirate fuori. Il Catania deve darsi l’obiettivo minimo di non rischiare nulla e di pensare partita dopo partita, perchè ogni partita rappresenterà un esame per i rossazzurri. Tutte le domeniche ci sarà sempre una prova da superare e conta solo quello che viene se vuoi provare a centrare qualcosa d’importante”.
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