Non solo il Catania chiamato a tutelare i propri interessi attendendo il giudizio del Tribunale etneo, in relazione alla richiesta di sequestro conservativo fino a circa 3.5 milioni di euro (e per importi più bassi compresi tra 500 mila e 2 milioni e mezzo di euro nei riguardi degli ex amministratori) presentata dalla curatela fallimentare della Calcio Catania Servizi (che gestiva Torre del Grifo Village) nei confronti della società rossazzurra. La curatela imputa condotte di mala gestio che, se accertate dal Foro catanese, potrebbero aggravare sensibilmente la già precaria situazione finanziaria del Catania. L’udienza ha conosciuto più di un rinvio e, a meno di sorprese, verrà trattata il 9 novembre. Il club ha nominato qualche settimana addietro il curatore speciale, avv. Daniele Santangelo, presentando le memorie difensive.
Il giorno prima, curiosamente, il Palazzo di Giustizia etneo dovrebbe invece pronunciarsi sul Palermo. Anche i “cugini” sono infatti coinvolti in una querelle che non fa dormire sonni tranquilli. Il Tribunale di Catania, competente in materia di impresa per società con sedi all’estero, darà notizie alla società rosanero in relazione alla richiesta di sequestro conservativo dei beni di Hera Hora, proprietaria del Palermo a seguito del bando avviato dal Comune dopo la mancata iscrizione dell’Us Città di Palermo in Serie B. L’oggetto del contendere parte dal recesso del socio italo-americano Tony Di Piazza, che ha diritto a vedere liquidata la propria quota entro metà dicembre, richiedendo una cifra di 12 milioni di euro. Saranno giorni importanti, quindi, anche per la sponda rosanero della Sicilia.
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