La situazione attuale in cui versa il Catania non si discosta più di tanto da quanto avvenne due stagioni fa alle pendici dell’Etna. Una proprietà in difficoltà nel gestire l’ordinario, un allenatore-guida e una squadra non retribuita ma capace di tirare fuori orgoglio e senso d’appartenenza. A distanza di due stagioni si parla ancora di scadenze disattese, messe in mora, punti di penalizzazione in classifica e prospettive societarie nebulose.
In un contesto così fragile il compito di un allenatore va oltre l’ordinaria seduta d’allenamento e le scelte di formazione funzionali alla partita della domenica. C’è da far fronte comune, tenere unite le varie anime che popolano uno spogliatoio privilegiando la cura delle dinamiche psicologiche rispetto alle schematiche disposizioni tecnico-tattiche. In ciò la figura di Francesco Baldini è equiparabile a quella di Cristiano Lucarelli, il quale due anni fa fu chiamato suo malgrado a gestire un momento delicato della storia rossazzurra recente, culminato poi nel passaggio di proprietà da Finaria a SIGI tramite procedura competitiva in Tribunale.
All’epoca il tecnico livornese, attualmente alla guida della Ternana in Serie B, dovette fronteggiare le difficoltà quotidiane compattando un ambiente disunito e una squadra disorientata. Sul campo i risultati furono soddisfacenti. La squadra conquistò con merito la semifinale di Coppa Italia di Serie C (traguardo mai raggiunto dal club etneo) e venne eliminata ai play-off in modo sfortunato. Adesso tocca a mister Baldini guidare la nave in gran tempesta puntando su orgoglio, spirito di rivalsa e sana incoscienza dei giovani in organico.
***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***