Intervenuto lunedì sera nel corso della trasmissione televisiva Corner, su Telecolor, il terzino Alessandro Albertini parla del momento felice attraversato dal Catania in relazione al lato sportivo:
“La messa in mora è stato un atto dovuto ma rappresenta un discorso a parte rispetto al campo. Siamo dei professionisti, abbiamo voluto fare capire che sul campo ci andiamo sempre perchè indossiamo una maglia importante. Ci teniamo a fare delle prestazioni importanti, per noi stessi e la piazza. Penso si veda l’impegno a prescindere dai risultati. Remiamo tutti nella medesima direzione insieme alla città, questo ci dà enorme soddisfazione e responsabilità. Si è creata questa compattezza e unione al di là della situazione extra campo, il tempo di conoscersi e sviluppare le idee del mister. Abbiamo perso giocatori importanti, ne sono arrivati di altrettanto forti ma anche tanti giovani. Si stanno vedendo i frutti del lavoro svolto. In questo momento siamo, inoltre, bravi a portare gli episodi dalla nostra parte”.
“Noi siamo i primi a volere che la situazione si risolva perchè a livello sportivo stiamo facendo punti, lottiamo, i tifosi vengono allo stadio. Rimediare punti di penalizzazione penso sia una sconfitta per tutti. L’anno scorso senza penalità saremmo arrivati quinti e magari poteva cambiare il nostro destino. Lo stesso potrebbe accadere adesso, dispiace. Noi abbiamo fatto questo atto di forza perchè siamo in primis dei ragazzi che sono connessi con il calcio 24 ore su 24. Chi di dovere deve rispondere, noi possiamo farlo solo attraverso il gioco ed i risultati. Preferiamo parlare di campo, speriamo che i problemi societari vengano risolti per il bene di tutti“.
“L’anno scorso abbiamo sofferto senza l’aiuto dei tifosi, il fattore campo ci poteva dare una mano incredibile, come ci potrà dare tanto quest’anno. Io so cosa significa venire a Catania da avversario, se uscivo con un punto ero contento. Speriamo che i tifosi continuino ad aiutarci perchè, con il loro sostegno, ci stimolano a sostenere quella corsa in più che ti fa sentire giocatore. Per noi il pubblico è una spinta incredibile, ci dà gioia, quell’arma in più per affrontare il campionato in un periodo difficie. A livello personale sono felice dopo un estate veramente brutta in cui sono stato positivo al Covid 23 giorni saltando tutto il ritiro, con febbre a 40 per dieci giorni. Adesso mi sono rimesso in riga con gli altri, sono contento perchè sto ritornando ai miei livelli ma posso dare ancora di più. Rispetto le scelte del mister”.
“Moro? Non lo conoscevamo, però già dai primi allenamenti s’intravedevano le sue qualità. Ci sono meriti anche della squadra e del mister, ma lui sta aiutando molto il Catania. Non ci aspettavamo che facesse così bene essendo un 2001. E’ molto completo, sa fare reparto da solo, è forte tecnicamente, fa la guerra e se si gira ti punta veloce. Difficile trovare giocatori così anche in Serie B. A livello realizzativo sta venendo fuori. Ci sta mettendo molto del suo, gli stiamo creando anche noi tutti i presupposti per fare bene. Fa parte del calcio trovare la squadra giusta e l’allenatore giusto affinchè emergano le tue qualità. Il girone C? Andare a vincere in campi come Pagani o Monopoli non è facile. E’ un campionato molto livellato, dispiace perchè potevamo avere anche 4-5 punti in più ma questo fa parte anche di un percorso di crescita. Nelle prime giornate facevamo molto più palleggio, ora costruiamo meno ma segnamo di più. Abbiamo promesso di non guardare la classifica ma di pensare partita per partita, guardando alla prestazione, al risultato”.
“In trasferta cosa è cambiato? La svolta è nella conoscenza tra di noi, nella conoscenza di quello che chiede il mister, un gioco molto propositivo, giocare con la linea alta e questo ti dà tanti vantaggi ma devi anche stare attento ogni secondo della partita e infatti abbiamo subito dei gol dove si dava la colpa al singolo, ma è proprio una questione di reparto. Ci vuole del tempo per assimilare tutti i meccanismi perchè sono arrivati dei ragazzi nuovi, ripeto. Stanno uscendo i nostri veri valori. Io una situazione del genere l’ho vissuta anni fa a Rimini, quando eravamo sei mesi senza stipendio in una squadra molto giovane. Se l’ambiente si unisce possiamo fare cose incredibili che prima non ti aspettavi. Gli avversari magari pensano di trovare una squadra distrutta a livello mentale e invece stiamo dando delle risposte importanti anche sul piano caratteriale e questo ci dà speranze per il futuro”.
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