ESCLUSIVA – Borghi: “Catanzaro abbastanza favorito. Ai giovani attaccanti del Catania dico di non sentirsi mai arrivati”

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Una delle colonne storiche del Calcio Catania anni ’80, l’ex attaccante Carlo Borghi autore di una trentina di gol in rossazzurro, analizza il momento attuale del Catania intervenendo ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com in vista del confronto esterno con il Catanzaro, altra squadra in cui ha militato in carriera ottenendo eccellenti risultati:

Contesti societari completamente diversi, squadre costruite con obiettivi differenti. Catanzaro favorito o può scapparci anche un risultato a sorpresa lunedì?
“Il Catanzaro è nettamente avvantaggiato con una proprietà ormai consolidata che ha lavorato bene sul mercato. Il Catania invece purtroppo si deve arrangiare, vive una situazione un pò ambigua, strana che incide anche sui giocatori, i quali non si sentono tranquilli. Sulla carta il Catanzaro mi sembra abbastanza favorito, il Catania invece viene da alcune sconfitte consecutive ma nonostante i problemi ho visto sconfitte un pò immeritate per i rossazzurri”

Perchè Catania e Catanzaro ti sono entrate nel cuore?
“Beh, sono stati gli anni più belli della mia carriera. A Catania ho vinto il campionato di Serie C vestendo per sei anni la maglia rossazzurra e sono stato benissimo. A Catanzaro invece ho conosciuto la Serie A, ho avuto modo di mettermi in mostra a certi livelli. Parliamo di due città a cui sono rimasto particolarmente legato. E poi ho un bellissimo ricordo dei tifosi di entrambe le squadre. E a quanto leggo attraverso i commenti sui social, ho lasciato un buon ricordo alla gente di Catania e Catanzaro”

A proposito della tua carriera, sei soddisfatto di quanto seminato e quale difensore ti ha creato maggiori difficoltà?
“Forse l’unico rammarico l’ho avuto a Torino, perchè nonostante avessi fatto 7-8 gol in Serie A non fui confermato l’anno dopo in squadra. Mi aspettavo una maggiore fiducia da parte dell’allora guida tecnica granata. Il difensore che mi ha fatto divertire sempre poco, invece, è stato Sergio Brio. Potevo essere marcato da qualsiasi tipo di stopper, vedi elementi come Gentile o Collovati, ma contro Brio non ho mai giocato belle partite. Non avrei mai voluto essere marcato da Brio”

Torniamo sul Catania. Quali furono i momenti più esaltanti e difficili vissuti in rossazzurro?
“Il momento più esaltante fu senza dubbio la vittoria del campionato di Serie C al primo anno, andammo in B ma l’anno successivo non rimasi in Sicilia e mi trasferì a Catanzaro. Si registrarono in seguito anni deludenti in cui il Catania lottava per non retrocedere. Vedi lo spareggio con la Nocerina a Cosenza che vincemmo con un gol anche mio. Fu un momento non bello ma significativo perchè si trattava comunque di una partita importantissima che ci permise di salvare il salvabile”

Carlo, non ci sono più gli attaccanti di una volta?
“Sono cambiati i tempi ed i movimenti degli attaccanti. Ora difficilmente fanno la sponda, giocano sul filo del fuorigioco. Toccano pochi palloni durante una partita ma si trovano frequentemente soli davanti alla porta. Ai miei tempi il difensore non ti lasciava respirare, ti seguiva anche in bagno. Oggi non dico che è più facile ma insomma, marcati in una certa maniera è un pò più semplice per gli attaccanti”.

Attualità rossazzurra. Da grande ex attaccante, quale consiglio di senti di dare alle giovani punte del Catania?
“Io dico che spesso i giovani quando cominciano a vedere due soldi o arrivano a giocare a certi livelli si sentono arrivati. Questo sarebbe l’errore più grande da commettere. C’è sempre da imparare e da migliorarsi attraverso il lavoro. Se ti senti arrivato è la volta buona che puoi fare bene per qualche anno, ma poi alla lunga non arrivi lontano. La ricetta migliore è quella di avere sempre qualcosa di cui migliorarsi. Ripeto, mai sentirsi arrivati e andare avanti attraverso la cultura del lavoro”.

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