Nonostante il mancato pagamento degli stipendi di giugno, la Sigi non molla la presa e ribadisce l’intenzione di andare avanti. Proseguendo nella ricerca infinita di nuovi investitori e con la solita ingente massa debitoria che continua a porsi come un fardello pesantissimo. Le preoccupazioni della piazza, però, restano alte e sono puramente legittime. Soprattutto perchè non si sa fino a quando sarà possibile seguire il percorso con risorse limitate e senza la definizione di alcun piano industriale. Dubbi su questo tema erano già stati sollevati dalla precedente gestione Finaria, prima che si arrivasse alla definizione del bando di vendita del Calcio Catania. Il perdurare del Covid-19 ha fatto il resto, non potendo programmare alcunchè a seguito della chiusura degli stadi ai tifosi e delle attività di Torre del Grifo Village.
Ora più che mai si avverte la necessità  di elaborare un piano pluriennale basato sul concetto di trasparenza e credibilità dei soggetti coinvolti. Lo scorso anno era stato inizialmente proposto un modello societario di azionariato diffuso con la prospettiva che diventasse popolare e la possibilità di aprire a fondi esteri per il futuro. Un piano d’investimento superiore ai 50 milioni di euro che coprisse la massa debitoria del Calcio Catania verso l’erario, i creditori e l’intero asset di Torre del Grifo. Gettando le basi in una prospettiva di innovazione, marketing territoriale, internazionalizzazione rispettando le legittime pretese dei creditori. Nessuna traduzione in fatti di tutto questo. Insomma, attualmente si naviga a vista. Ma per quanto tempo ancora?
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