Curiosa intervista rilasciata lo scorso anno, ai microfoni di dilettantissimo.tv, da Giuseppe Stancampiano, primo acquisto del Catania 2021/2022. Ne riportiamo le parti salienti, attraverso i quali l’estremo difensore 34enne parla delle tappe più significative della sua carriera e del rapporto che lo lega al tecnico Francesco Baldini:
“Sogno ancora come un bambino, ed è proprio questo che mi dà ogni giorno la forza di continuare… e sognerò sempre, sino all’ultima parata della mia carriera. Quando ero piccolo e giocavo nella squadra del mio quartiere, sino agli esordienti ho giocato come terzino destro. Ogni tanto, per gioco, magari ci stavo anche in porta, e come ruolo mi aveva sempre affasciato… ma essendo un po’ statico, preferivo partecipare di più al gioco di squadra. Un giorno però, durante una partita, i due portierini della mia squadra mancavano, e così in porta ci misero me. Feci una gran partita e… da lì non mi hanno più tolto!”.
“A un certo punto della mia carriera, sono arrivato a Latina in Serie D, dove riuscimmo a vincere il campionato. Conobbi Alessandro Gaucci, che mi portò in Spagna al Cadice, squadra che giocava in terza divisione spagnola (che corrisponde alla nostra Serie C). È stata una bella esperienza, perché ho avuto modo di conoscere una nuova cultura, una nuova lingua… è stato formativo sotto ogni punto di vista, perché anche a livello calcistico ho dovuto apprendere un metodo per me nuovo: in Spagna infatti già allora il portiere, a differenza che in Italia, partecipava molto di più al gioco della squadra. Così li ho imparato a utilizzare molto i piedi per necessità, ma sono contentissimo perché poi mi è servito nel prosieguo della mia carriera: oggi il portiere, in senso moderno, gioca così”.
“Sestri Levante? Una cavalcata pazzesca! La vittoria dei playoff nazionali, con compagni come Longobardi, Boisfer, Firenze… e naturalmente, mister Baldini che ho seguito anche in futuro. Quella è stata una delle esperienze più belle ed emozionanti della mia carriera: ricordo che eravamo partiti per disputare un campionato normale, e poi ci siamo ritrovare a battere squadre e piazze blasonate come Taranto e Monopoli“.
“Baldini è una persona con la quale ho legato tantissimo, grazie a lui ho avuto quella svolta, sia a livello calcistico che umano. L’ho conosciuto proprio a Sestri, peccato, forse un po’ troppo tardi nella mia carriera, avevo 27 anni. Mi ha fatto capire cosa vuol dire davvero vivere per il calcio, trasmettendomi quell’amore e quella professionalità che lui stesso aveva ai tempi, e che ha ancora adesso. L’ho seguito sia a Imola che a Trapani: con lui c’è molto rispetto e stima reciproca”.
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