Giorni di visite mediche in casa Catania. Martedì è previsto l’inizio del lavoro sul rettangolo verde a Torre del Grifo. Il Catania ricomincia dalla Lega Pro per il settimo anno consecutivo. Lo fa in una clima di scetticismo generale, ancora una volta tra campo ed extra-campo. Le incognite societarie non mancano, Sigi prosegue sulla strada del silenzio. Un silenzio da interpretare in chiave negativa, oppure foriero di novità rilevanti? Subito dopo l’avvenuta iscrizione al campionato, era stata preannunciata una conferenza stampa incentrata sulle vicende sportive e societarie. Conferenza fissata per venerdì 23 luglio, facendo il punto a 360 gradi.
A partire dalla situazione debitoria, chiarendo sullo stato dell’arte. Sulle 120mila euro versate dai tifosi nell’ambito dell’iniziativa “Uniti per il Catania”; sulla capacità di soddisfare creditori privati ed istituzionali; sul budget a disposizione per sviluppare il calciomercato e la sostenibilità del club. Quali sono i progetti? Esiste, o si sta lavorando in qualche modo, per depositare un piano industriale? Come procede la trattativa per l’ingresso in società di altri soggetti? Servono risposte immediate, anche perchè le scadenze incombono e tra un mese ci sarà il via al nuovo campionato di Serie C. Un torneo che si preannuncia ancora più duro del solito, caratterizzato dalla presenza di numerose piazze storiche e compagini pronte a vendere cara la pelle settimana dopo settimana.
Importante non farsi trovare impreparati, rimboccarsi le maniche e proseguire il percorso con il giusto piglio. Mister Francesco Baldini, firmando un biennale, ha accettato la sfida di dire ancora sì al Catania, ritenendo che malgrado le turbolenze societarie sia possibile gettare le basi per qualcosa d’importante. Nessun nome da urlo da reperire sul mercato, ma calciatori pronti a sputare sangue per la maglia. Baldini riparte da qui. Il campo attende all’opera il “suo” Catania, i tifosi invece non chiedono semplici rassicurazioni ma garanzie su presente e futuro. Fatti, non parole. Perchè mai come adesso urgono certezze per il rilancio dell’Elefante.
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