Mister 320 presenze indossando la casacca rossazzurra. Nessuno come lui tra le file del Catania nella storia. TuttoCalcioCatania.com ha avuto il piacere di contattare l’ex centrocampista rossazzurro Damiano Morra, commentando le vicende societarie che riguardano il club dell’Elefante.
Damiano, iscrizione ok. Adesso il Catania sarà in grado di dare continuità gestionale alla propria attività?
“E’ una situazione un pò complicata però sono sempre stato fiducioso sull’iscrizione. Adesso bisognerà vedere quali sono le intenzioni di questa società e quali potranno essere gli investimenti per poter allestire una buona squadra. Capendo anche chi sarà l’allenatore, che credo dovrebbe essere ancora Baldini. La società dovrà, poi, ascoltare l’allenatore sulle pedine che ritiene opportuno confermare, creando un misto tra esperti e giovani. Direi di confermare lo zoccolo duro dello scorso anno mettendo gente con voglia di fare e correre, perchè per me la C rimane soprattutto un campionato di corsa”.
Nel calcio la ricetta vincente è sempre la forza del gruppo. Da questo punto di vista il Catania potrebbe prendere spunto dalla Nazionale di Mancini?
“L’esempio della Nazionale è perfetto. Mancini ha sempre predicato gioventù e voglia di fare. Affiancando ai calciatori esperti che ogni formazione deve avere diversi giovani portando avanti le proprie idee. Poi è logico che nel caso del Catania, non si potrà pretendere di ammazzare il campionato. Servirà un attimo di pazienza cercando innanzitutto di ristrutturare questa società e, poi, allestire una buona formazione. Non sempre i più forti vincono. Club che hanno preso fior di giocatori non hanno vinto il campionato”.
Credi che in qualche modo il Catania riuscirà a rimettere le cose a posto, soprattutto in ambito societario?
“Leggo un clima di disfattismo. Prima dell’iscrizione leggevo continue lamentele sui social. Anche adesso che l’iscrizione è stata fatta mi capita di leggere polemiche su molti aspetti che riguardano il Catania. Catania merita altre categorie ma bisogna fare un passo alla volta, altrimenti si combinano ancora disastri. Io ho sempre tifato perchè in qualche maniera la squadra fosse iscritta. La Sigi ha salvato la matricola e sono contento che questo sia avvenuto. Non mi sarebbe piaciuto sentire di un Catania fallito. E’ chiaro che non sarà semplice affrontare la stagione ma in qualche modo le cose si dovranno aggiustare. Secondo me un pò di luce in fondo al tunnel si vede dopo l’iscrizione”.
La situazione debitoria resta importante e la piazza è stanca di militare in C, credi in nuovi ingressi in società?
“Io Catania la conosco bene e ricordo quanto faticammo per tornare in Serie B. Certo, sette anni di Lega Pro sono tanti e la gente si è stancata. Sono stati commessi molti gravi errori in passato ma è bene voltare pagina. Il passato degli ultimi anni è doloroso, non puoi metterci una pietra sopra ma bisogna pensare al futuro ed io guardo avanti con ottimismo. Spero nel soccorso di qualche imprenditore di Catania più che da fuori, poi se si presenta uno sceicco io sono il primo ad essere felice”.
Dopo una lunghissima trattativa con Tacopina, sembra che il capitolo sia definitivamente chiuso. Si poteva gestire meglio l’operazione?
“Senza persone competenti, organizzazione e programmazione nel calcio di oggi non si va da nessuna parte. Serve gente che voglia bene al Catania. Con Tacopina è stata una lunga telenovela perchè un giorno leggevo che la trattativa fosse in dirittura d’arrivo, il giorno successivo sentivo parlare Tacopina di Catania in Serie A, poi sono emersi i dubbi sull’iscrizione, gente pronta ad investire da Malta. Ogni giorno ne succedeva una nuova, fino ad arrivare a richiedere l’aiuto economico ai tifosi. Tendenzialmente sono dalla parte di Sigi perchè non ho visto in Tacopina quella ferrea volontà di rilevare il Catania. Chi vuole investire ed ha un gruppo forte alle spalle credo non sia spaventato di nulla. Bisognava essere chiari dall’inizio, invece io non ho visto questa chiarezza”.
Si riparte con poche risorse economiche a disposizione, il Catania può comunque allestire una squadra di tutto rispetto?
“Personalmente ho fiducia in Pellegrino. Anche se con poche risorse, già lo scorso anno non ha allestito una brutta squadra che, tra mille difficoltà, è arrivata ai playoff. Poi lì qualcosa è stato sbagliato ma lasciando lavorare i dirigenti con un attimino di tranquillità, probabilmente si riesce anche a mettere su una buona rosa. La riapertura degli stadi, inoltre, rappresenterebbe un vantaggio per il Catania. Giusto dare un pizzico di fiducia perchè se Pellegrino resta a Catania, avrà ottenuto delle garanzie dalla proprietà. Idem se rimane Baldini alla guida tecnica del club. Per il resto comandano i risultati nel calcio. Solo questi danno euforia ed entusiasmo”.
Pellegrino ha dichiarato di non promettere obiettivi prestigiosi ma che farà di tutto per creare una squadra competitiva. Come leggi queste dichiarazioni?
“Pellegrino non farà una squadretta che punta ad evitare la retrocessione ma dà l’indirizzo di una squadra che dovrà quantomeno fare i playoff, poi a quel punto te la giochi con tutte a prescindere dal piazzamento finale. Io ho seguito gli ultimi playoff di C e tutte le squadre se la sono giocata, il Catania non era così inferiore alle seconde della classe. Poi però sbagli una partita e sei fuori. Adesso è importante ripartire dalla chiarezza perchè la gente a Catania non è stupida, ha fame di calcio. Va detta la verità. Spero che con l’aiuto di tutti si riesca ad allestire una squadra all’altezza”.
Torre del Grifo oggi è una struttura che rischia di essere una zavorra. Quanto sarebbe importante per il Catania valorizzarla al meglio?
“Personalmente sono stato due volte a Torre del Grifo quando c’era ancora Lo Monaco, ai tempi di Montella. Ebbi modo di seguire l’allenamento, Lo Monaco mi presentò ai tanti calciatori argentini del gruppo come «la storia del Catania», io che nacqui proprio in Argentina. Fu un bel momento. Torre del Grifo è un impianto straordinario e bisognerebbe sfruttarlo a pieno regime. Parliamo di una struttura invidiabile, oggi però diventa una zavorra se la non la sai sfruttare. Serve organizzazione e competenza, ognuno con le proprie responsabilità”.
Damiano, chiudiamo con il tuo record di presenze. Nessuno come te nella storia rossazzurra…
“E’ qualcosa che mi rende orgoglioso. I record sono fatti per essere battuti ma, pensando al mio record, se tu stai dieci anni al Catania devi fare 32 partite a stagione. Sono tante, non è facile soprattutto nel calcio di oggi in cui si fa presto a cambiare casacca, basta che ti fanno un’offerta migliore. Io ne avrei di aneddoti da raccontare a riguardo, ma sono rimasto a lungo in Sicilia…”.
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