Alla trasmissione SalaStampa, su PrimaTv, ospite in studio Gianfranco Vullo, socio Sigi che ha sempre avuto un atteggiamento distaccato da Joe Tacopina
“Ci sono centinaia di migliaia d’imprenditori che un euro non lo vogliono mettere, i soci Sigi invece hanno messo denaro per fare qualcosa d’importante per la città di Catania, credendo nel Catania Calcio per una questione calcistica e sociale. Rivolgiamoci alla Confcommercio, agli industriali catanesi. La quasi totalità dei soci Sigi non li conoscevo. Tutti i giorni capita di avere discussioni con la moglie ed i figli, è normale che ci possano essere delle divergenze anche in una società composta da 24 persone che non si conoscevano. Tacopina? Non ho mai avuto il piacere di parlare un minuto con lui, non mi interessa parlargli perchè dal mio punto di vista l’impostazione della trattativa non andava bene. Io e altri soci non eravamo dissidenti ma sostenevamo altre tesi, ad esempio cedergli il 51% o il 60% delle quote. Le false promesse vengono a galla. Avevo dei dubbi su di lui e sulle sue perdite di tempo fin dall’inizio, credo che Tacopina abbia sempre avuto una strategia, spinto da qualcuno che gli ha voluto far credere che fossimo sull’orlo del fallimento, cosa però smentita dai fatti. Lui è un imprenditore e cerca di risparmiare. Pensate che 24 soci abbiano investito 6 milioni di euro per fare fallire il Catania? Tanti tifosi dicono che l’11700 è la nostra storia, altri si chiedono se la Sigi sia in grado di portare avanti la storia della matricola e fare un campionato di vertice. Questo è il vero punto della situazione. Realizzare un azionariato popolare non è facile, serve anche l’autorizzazione del Ministero. Noi siamo strutturati secondo un azionariato diffuso, sarebbe importantissimo se continuassimo a portarlo avanti perchè, se domani si stanca Vullo, arriva il signor X. Se diamo la squadra a Tacopina e fra tre anni se ne vuole andare, cosa succederebbe?”.
“Il Consiglio d’Amministrazione sta lavorando con la massima riservatezza per il bene del Catania, muovendosi a 360 gradi nel tentativo di trovare tante soluzioni che porterebbero nuova linfa. L’assemblea dei soci, che credo si terrà nel fine settimana, darà delle informazioni ai soci dicendo quali siano le prospettive della Sigi. Non è vero che i soci volevano guadagnare dei soldi. Noi siamo disponibili anche a regalare la squadra. E se qualcuno pensa che ci sono catanesi attaccati ai colori rossazzurri e altri che vogliono speculare non è così. Noi ci siamo scontrati con il Covid avendo pochissimi sponsor, non incassando un euro di abbonamenti e biglietti. Abbiamo fatto tanti sacrifici dall’ultimo dei soci fino ad arrivare al più grande. Questo la gente lo deve capire ed i soci vanno rispettati. Cosa non rifarei? Licenziare Raffaele forse è stato sbagliato“.
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