Era il 25 maggio quando Giovanni Ferraù, presidente Sigi, ai microfoni della trasmissione televisiva ‘Corner’ su Telecolor dichiarava: “Il Catania verrà iscritto indipendentemente dall’ingresso di nuovi investitori, ci metto la faccia come fatto sempre da Sigi finora. Dispiace che si sente dire da più parti che quasi converrebbe retrocedere in Serie D e perdere la matricola. Fintanto che ci sarà Sigi, il Catania 1946 rimarrà lì dov’è. Rimandiamo al mittente gli strali che portano il Calcio Catania al fallimento. Salvare la matricola è scontato ma faremo di tutto per rilanciare il Calcio Catania. Abbiamo avuto più di una decina d’interlocuzioni, questo fa capire come le intenzioni buone esistano, i fatti concreti un pò meno. L’obiettivo principale, oltre a salvare la matricola e preservare la storia del Catania, è di cedere il passo ad un investitore importante”.
Parole chiare, nette, inequivocabili che assicurano l’iscrizione del club rossazzurro al campionato di Serie C 2021/22 e la salvezza della matricola 11700. A questo punto iscrivere e salvare il Catania è un dovere. Non rispettare le promesse fatte, significherebbe mortificare un’intera tifoseria e rendere assolutamente vano il lavoro fatto in questi lunghi e difficili mesi, dopo avere sostenuto un esborso di 6 milioni di euro nel corso della precedente stagione sportiva abbassando il monte debiti. Sabato l’avv. Ferraù ha deciso di tenere una conferenza stampa a Torre del Grifo. Bene, si chiarisca lo stato dell’arte. Auspicando poche chiacchiere e molti fatti. Perchè sono giorni di ansia in casa Catania e la tifoseria ha il diritto di sapere come stanno realmente le cose a 10 giorni dal 28 giugno, termine ultimo per l’iscrizione.
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