ESCLUSIVA – Ambrosi: “Catania, puoi fare un campionato importante senza spendere tanto. Rinunciare alla matricola sarebbe da pazzi”

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Alessandro Ambrosi

Gradito intervento di Alessandro Ambrosi ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com. Il “Re Leone” ha vissuto pochi mesi sotto l’Etna ma intensi, a suon di gol, lasciando un segno indelebile. L’ex attaccante rossazzurro è tornato sui suoi trascorsi tra le file del Catania commentando anche lo scenario attuale in casa etnea:

Alessandro, ancora oggi Catania ti ricorda con tanto affetto. Segno che hai seminato bene, non credi?
“Parliamo di una società storica, di grandissime tradizioni. La mia avventura è stata breve, eppure i catanesi mi ricordano come se avessi totalizzato 500 presenze. Questo è motivo di grandissimo vanto per me. Se ho lasciato un ricordo così marcato nel cuore dei tifosi, fa veramente piacere. Anche perchè di giocatori importanti ne sono passati da Catania, vuol dire che qualcosa di buono ho fatto in rossazzurro”.

E la mente torna a quella maledetta finale playoff col Messina nel 2001…
“Disputammo un girone di ritorno incredibile dimostrando di avere una grossa caratura tecnica e caratteriale. Purtroppo all’atto finale successe quel che successe. Non mi stanco di ripetere che se avessimo rigiocato 400 volte lo spareggio, avremmo vinto 399 volte. Fu una grandissima delusione ma il verdetto del campo bisogna accettarlo. Il Catania fece benissimo nella seconda parte del campionato anche grazie all’arrivo di qualche giocatore importante, ma di base i valori tecnici erano già molto elevati. Poi sul piano caratteriale trovammo un’intesa che ci permise di sfiorare quel grosso traguardo, supportati dall’entusiasmo unico del pubblico catanese”.

Passiamo al presente rossazzurro. C’è ancora ansia per le sorti del Catania. Sei fiducioso?
“Rispetto allo scorso anno mi pare che siamo messi un pò meglio. Si sperava nella vicenda Tacopina, ma il pubblico deve essere ottimista perchè credo che la Sigi farà di tutto affinchè il Catania abbia un futuro roseo. Mi auguro che si possa riprendere il filo del discorso con Tacopina che aprirebbe orizzonti importanti. Se non Tacopina, altri investitori che abbiano intenzioni serie a rilanciare il club”.

Pensi che ci possa essere il rischio di ripartire da un Catania poco competitivo nella prossima stagione? 
“Quando si va a Catania non si può giocare tanto per partecipare, in C devi recitare un ruolo da protagonista. Ad oggi la società garantisce l’iscrizione, poi però sarà importante avere garanzie sul piano economico per andare avanti. Ci sono delle trattative non semplici affinchè entrino nuovi soci, visto che i debiti alla base non mancano. Spero si possa fare un campionato di spessore, magari attraverso una campagna acquisti oculata e senza spendere chissà quanti soldi. Come dimostrano tanti esempi in passato, vedi il Trapani, la Juve Stabia ed il Cosenza. Squadre costruite bene, scegliendo anche giovani all’altezza. Mi auguro che il Catania torni ad essere una società solida”.

Parlavi dell’importanza di scegliere anche giovani all’altezza. Avere il giusto mix, insomma.
“Questo è un aspetto importantissimo ma non tanto a livello anagrafico, bensì caratteriale. Giusto avere anche i giovani in rosa, ma bisogna sapere lavorare con loro e aspettarli. Non è così facile e scontato. I ragazzi hanno entusiasmo e voglia, ma si deprimono anche molto facilmente. Una squadra senza carattere non arriva mai al traguardo. Chi ha carenze tecniche ma caratterialmente è ben inquadrato, sicuramente andrà avanti”.

Ti ha deluso il Catania di Baldini, oppure sei soddisfatto malgrado l’eliminazione immediata dai playoff?
“Avevo previsto alla vigilia del campionato che Ternana e Bari lottassero per la vetta. Alla fine la Ternana ha vinto facilmente, mentre il Bari ha mollato. Anche il Catania poteva fare meglio. Ai playoff è uscito perdendo in casa contro il Foggia ma si sa, sono partite secche che possono essere condizionate da tanti fattori. Possiamo dire che il Catania ha fatto un campionato positivo, giusto perchè ha raggiunto i playoff ma ci aspettavamo tutti di più francamente. Fermo restando che mister Baldini ha lavorato bene”.

A proposito di Baldini, il Catania farà bene nel caso in cui ripartisse da lui?
“Adesso vedremo se sarà riconfermato. Certamente un progetto si sposa quando ci sono visioni comuni con la società. Eventuali piccole frizioni o divergenze di vedute creano dei problemi che alla lunga potrebbero diventare importanti. La scelta del tecnico ritengo vada ponderata, ragionando sulla stessa lunghezza d’onda. Dal punto di vista tecnico credo che Baldini abbiamo dimostrato di essere un allenatore valido e, dunque, la permanenza a Catania ci può stare”.

Raramente in questi anni il Catania ha avuto un attaccante da almeno 15 gol a stagione. E’ un aspetto da considerare in vista del prossimo campionato?
“Nel calcio avere un finalizzatore da 15-20 gol aiuta, quindi ben venga se il Catania riuscisse a reperire sul mercato un attaccante così. Come aiuta tanto avere dei centrocampisti che segnino, ma la squadra vincente non può prescindere da una solida fase difensiva che le permetta di non subire troppi gol. Il calcio insegna che spesso vincono le squadre che subiscono meno reti. Sento di frequente parlare in giro di calcio-champagne, ma cosa s’intende? Io mi diverto se la mia squadra vince. Se ti diverti a tirare 50 volte in porta e poi pareggi o perdi, non mi diverto. Conta solo il risultato nel calcio. Il tifoso vuole vincere”.

Manca da tempo, forse, un attaccante alla Alessandro Ambrosi al Catania…
“Purtroppo io sono vecchio. Mannaggia, se avessi potuto sarei tornato volentieri (ride, ndr). Poi chissà, non escludo la possibilità di tornare sotto un’altra veste. Mi occupo di settore giovanile, una città come Catania e con quel centro sportivo di cui dispone dovrebbe vivere di settore giovanile. Se tu porti avanti un progetto a lungo termine in questo senso non avresti tanti problemi. Queste società dovrebbero vivere con i frutti del settore giovanile. Non a chiacchiere ma con i fatti. Io mi spendo sempre su queste cose. A me farebbe piacere lavorare in una società come il Catania, avendo infrastrutture del genere. Il Catania avrebbe tutto per far sì che Torre del Grifo diventi un fiore all’occhiello a livello nazionale. A mister Guerini ne ho parlato mille volte, per elaborare un progetto giovani io sarei interessatissimo. Poter contribuire in qualche modo allo sviluppo del settore giovanile rossazzurro mi farebbe più che piacere. Però serve anche una società solida alle spalle. Prima vanno risolti i problemi più importanti, trovando una stabilità societaria. Quello è un punto dal quale non credo si possa prescindere”.

Ripartire dalla D senza debiti. Qualche addetto ai lavori sostiene che sarebbe meglio così, qual è la tua posizione in merito?
“Da imprenditore ci sta rilevare il Catania a zero, di fronte ad uno scenario caratterizzato da una situazione debitoria importante. Ma come faccio a presentarmi ad un piazza che vive per il calcio e s’immedesima in quella che è la realtà della matricola? Sarebbe da pazzi. Il tifoso è legato ai colori, alla tradizione, a Massimino. Come si fa a rinunciare alla matricola quando la gente muore per questo discorso? A prescindere che non è affatto scontato ripartire dalla D e salire subito su. Il calcio è dei tifosi. Se gli togli il senso di appartenenza, hai tolto tutto. Chi vuole il Catania deve proseguire con la matricola 11700. A meno che un imprenditore investa subito 100 milioni di euro in D, allora ci si potrebbe pensare. C’è anche il nodo Torre del Grifo, un asset strategicamente importante per il Catania”.

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