Lunga conferenza stampa indetta dal presidente del CdA Sigi Giovanni Ferraù, per analizzare il difficile momento societario a pochi giorni dalla scadenza del termine perentorio del 28 giugno per l’iscrizione al prossimo campionato. Spazio anche per chiarire alcuni punti legati alla richiesta di sostegno economico indirizzata alla città di Catania e rispondere al comunicato di Joe Tacopina.
“Nelle ultime settimane abbiamo mantenuto un certo silenzio funzionale alla ricerca di chiudere alcune trattative in corso. Si è letto quasi ovunque che avessimo interlocuzioni valide in essere, tra queste alcune in uno stato abbastanza avanzato, quindi abbiamo dovuto mantenere un silenzio che lasciasse spazio al lavoro. Purtroppo mercoledì una delle interlocuzioni in atto è venuta meno, era probabilmente una delle più concrete delle tante manifestate nel corso degli ultimi mesi. E’ venuta meno per ragioni imputabili all’investitore, che dopo un mese di scambio di documenti ha ritenuto non utile alla sua causa l’investimento. Mercoledì stesso la possibilità di una sponsorizzazione internazionale che si era manifestata ci ha riferito che non fosse in linea con l’attività della compagnia, esaminati meglio i documenti. Il venire meno di due importanti interlocuzioni ci ha lasciato un attimino il fiato corto. Il problema è sempre lo stesso, gli investitori si avvicinano, esaminano i documenti e il più delle volte ritengono che la situazione debitoria passata non consenta di effettuare investimenti”.
“Abbiamo altre riunioni e interlocuzioni in corso, non c’è tempo da perdere. Io sono qua perchè rappresento la società, non mi nascondo e metto sempre la faccia nei momenti di gioia e di difficoltà, sarebbe strano il contrario. Questa raccolta fondi, chiamiamola così, nasce dal fatto che abbiamo ritenuto di coinvolgere la città, i tifosi e chi volesse in qualche modo essere utile al rilancio del Calcio Catania. E’ un’iniziativa che abbiamo cercato di mettere in atto in maniera veloce. Non è una colletta tra tifosi, puntiamo a rendere partecipi tutti di una creatura che è il Calcio Catania. Odio la parola salvezza, spero sempre di parlare di rilancio. Utilizziamo anche questo termine. Tutti insieme abbiamo la possibilità di dare un contributo, il professionista, il piccolo o grande imprenditore, chi ama Catania e sa che l’importanza del Catania è sociale, non imprenditoriale. In 78 hanno sottoscritto al momento un bonifico e li ringrazio. Molti hanno risposto già presente al richiamo fatto, contribuire al Calcio Catania significa contribuire al rilancio di Catania, salvaguardando un patrimonio della città”.
“Sigi aveva programmato una immissione di denaro importante, a questa si sarebbero aggiunte le immissioni che ci erano state in qualche modo rappresentate altrove. Come sempre tra una trattativa e la chiusura c’è di mezzo un mare di cose da fare. E’ importante che Catania risponda presente con unità. Oggi è il momento dell’unità, poi ci saranno i momenti della disgregazione, delle critiche, delle offese, dei fallimentaristi. Questo è il giorno della compattezza, della compartecipazione, non ci sono nè eroi, nè colpevoli. Oggi bisogna salvare il Catania. Qualunque altro discorso è inutile quantomeno fino al 28 giugno. Poi troveremo i colpevoli. La compattezza impone che Catania risponda insieme presente, non per Sigi ma per il Catania. Le interlocuzioni di ieri portano a dire che c’è una imprenditoria che vuole sostenere. Quando abbiamo preso il Catania nessuno ha promesso un investimento da 15-20 milioni di euro, oggi necessario. Cercavamo di prendere il Catania e di trasferirlo ad un imprenditore importante. Nessuno ha detto che avremmo portato il Catania in Serie A o in Champions. Nessun altro si era presentato alla gara competitiva fatta dal Tribunale di Catania. Sigi aveva l’obiettivo di salvare la matricola e di passarla subito ad un imprenditore che avesse forza e passione per rilanciare il Calcio Catania con i 15 milioni che servono e Sigi non ha mai detto di avere. Questa salvezza doveva avere un seguito”.
“Oggi gli interlocutori attuali se vedono entusiasmo probabilmente entrano. Se vedono disgregazione e la parola fallimento, aspettano il cadavere al bordo del fiume. L’investitore deve vedere una città che risponda presente, a qualsiasi cifra dica di esserci. Il Catania appartiene a tutti, non è di proprietà di nessuno. E tutti noi ne siamo un pò responsabili. Se tutte le critiche si fossero tramutate ad una partecipazione a quest’avventura, avremmo risolto già il problema. Il denaro versato sarà utilizzato solo se, come ci auguriamo, il Catania dovesse iscriversi al prossimo campionato. In caso contrario, ipotesi che voglio scongiurare e Sigi farà di tutto per scongiurare, verrà restituita l’intera somma a chi l’ha versata. I sottoscrittori verranno invitati a prendere contatti con la società, firmeranno un documento informativo. Il garante di questa operazione è la Sigi”.
“Tacopina? Puntualmente, il giorno prima di una conferenza stampa viene fuori qualcosa, sembra che ci sia un accordo tra le parti. Io non volevo neanche parlare di quest’argomento che distoglie l’attenzione, è inutile. Oggi diamo retta solamente a chi ama il Catania e vuole la salvezza del Catania, non chi semina odio, zizzania, chi vuole disgregare l’ambiente. La verità però va detta. Bisogna dirla. La verità è che Sigi ha stipulato un contratto non condizionato ad alcuna omologa del Tribunale. Andava raggiunto un debito di 16 milioni massimo e se i debiti con l’Agenzia non fossero stati 8 ma 12, i 4 milioni di differenza li avrebbe messi Sigi. Il 14 marzo 2021 è stato stipulato un contratto d’opzione per l’acquisizione delle quote del Calcio Catania al 15% che prevedeva, da parte di Tacopina, il versamento di un milione. La mia banca probabilmente agirà legalmente, visto che qualcuno dice di non conoscerla. Non ci sono donazioni da parte di Tacopina, bensì un inadempimento contrattuale. Dopo avere versato 630mila euro è scappato via. Non c’è nulla di scioccante, Tacopina si impegna a dare un milione e invece ne dà 600mila. Voleva aggraziarsi la città ed io mi sono fatto rapire dal sogno americano. Come me molti altri tifosi, abbiamo sbagliato. Sono sicuro che la piazza capisca che era un’illusione, io l’ho capito in ritardo e questo mi dispiace”.
“I 6 milioni messi da Sigi sono soldi reali. Tacopina ha dato delle somme per un contratto che poi non ha onorato. E’ inadempiente. Se lascio la caparra non è una donazione, ma un inadempimento contrattuale. Oggi dobbiamo fare tutto il possibile per iscrivere la squadra al campionato e lo stiamo facendo. Sigi si è impegnata giovedì di versare una cifra importante, ma non basta. Iscrivere la squadra consentirà di allontanare gli avvoltoi che attendono il fallimento e consegnare una società ad investitori validi che possano immettere 15 milioni di euro. Sigi garantirà la continuità aziendale fintanto che non troviamo un investitore pronto ad assicurare questa cifra. Daremo incarico ad un gruppo internazionale che si occupa di acquisizioni societarie. Servono investitori seri perchè Catania merita questo, però dobbiamo arrivare al 28 giugno. Per mettere il Catania sul mercato dobbiamo iscrivere la squadra, significa che i 2.3 milioni devono essere messi nel conto corrente, poi pagare i debiti sportivi ed il resto rimane in cassa. Non vedo una preoccupazione per il post-iscrizione. Ci sarebbero anche la campagna abbonamenti e le sponsorizzazioni, queste sono certezze. Interlocutori seri si faranno vivi dopo l’iscrizione, parleremo dopo con i creditori privati. L’alternativa è il fallimento ma così non ci poniamo il problema di tentare. Invece bisogna tentare. Non vogliamo perdere 75 anni di storia, ricominciando dalla D e da una nuova matricola”.
“800mila euro adesso sarebbero importanti per iscrivere il Catania e garantire i prossimi mesi di inizio stagione. Volevamo fare una campagna di pre-abbonamenti ma ci sarebbe stato il problema reale di non avere la certezza dell’iscrizione, legalmente avremmo offerto un prodotto ancora incerto. Siamo convinti che oggi il rischio fallimento sia minimo, però c’è. Quando una società è in difficoltà, il rischio c’è. Oggi sono venute meno delle provviste importanti ma l’ipotesi fallimento è residuale. La società ha messo 6 milioni di euro singolarmente, tutti i soci giovedì hanno confermato l’immissione di altro denaro ma oggi Sigi ha difficoltà a far fronte a ulteriori 2.3 milioni da sola, lo dice senza vergogna. Si dovrebbe vergognare chi non investe. Ci sono alla porta investitori importanti. Sono convinto che Catania debba fare molto. Se gli imprenditori italiani, catanesi, siciliani non rispondono presente è un problema serio. Alla piazza chiediamo entusiasmo. Quando arrivano bonifici da 50 euro per me è come se fossero milioni. Contiamo fino al 25 giugno di aggiornare la cifra raccolta ed il numero di aderenti all’iniziativa proposta. L’importante è il numero delle persone, non l’ammontare. Quanto raccoglieremo sarà una conferma ulteriore che Catania risponderà presente”.
“A proposito del P/A, la Covisoc ha riscontrato la correttezza dei documenti inoltrati dal Catania. Significa che il club ha svolto un lavoro diligente e da un punto di vista societario è in forma. Il debito pregresso è mostruoso però. Ci sta la rabbia, il dissenso dei tifosi. Il diritto di critica è sacrosanto, quello di offesa non è proprio un diritto ma è comprensibile. Andiamo avanti ma tutti insieme. Con la cattiveria non si risolve nulla. Ci vuole un sano entusiasmo ma anche una professionalità che tenga conto dei numeri e del futuro. Gli interlocutori che hanno rinunciato avevano un nemico oggettivo, il tempo. A mezzanotte e 21 minuti ho ricevuto un messaggio in cui si evinceva la necessità di avere ancora qualche settimana di tempo per ottenere il capitale necessario, perchè con soli 2.3 milioni di euro finalizzati all’iscrizione non si può andare avanti. Uno straniero scrive questo, mostrando interesse ma anche l’esigenza di avere tempo. Spaventano tanto i tempi. Noi dopo ben 8 mesi abbiamo dovuto sciogliere un contratto di esclusiva, da allora abbiamo cercato un’infinità di investitori. Dissi che Sigi avrebbe iscritto il Catania al campionato, vero, ma Sigi si faceva forte di queste certezze manifestate che avrebbero dato linfa vitale al club, purtroppo sono venute meno mercoledì. Di conseguenza dovevamo subito capire quanto ricapitalizzare e chiedere un sostegno anche all’imprenditoria catanese ed a Catania. In alternativa a Tacopina ci sono state interlocuzioni più o meno valide e tuttora è così. Ci sono investitori che richiedono l’iscrizione, prima di procedere. Sono convinto che l’alternativa valida esista davvero e che ci siano persone disposte a mettere 15 milioni di euro se il Calcio Catania verrà iscritto al campionato”.
“Perchè uno straniero dovrebbe investire su Catania? Catania è un città stupenda, ha qualcosa che non hanno realtà come Sassuolo, Spezia, Benevento o Ferrara, con tutto il rispetto per loro. Catania è un vulcano, è la città dei 40mila tifosi all’Olimpico. L’entusiasmo che Catania deve mostrare, attira gli investitori. C’è Torre del Grifo, un importante patrimonio immobiliare che contribuisce a rendere appetibile il Catania, il milione di tifosi sparsi in tutto il mondo. Uno degli investitori ancora oggi interessato ha detto di cercare tre cose: porto, aeroporto e tifosi. Sarebbe il benvenuto. Serve entusiasmo, ripeto. Se la Sigi immetterà ulteriore capitale ai fini dell’iscrizione? Non è una risposta che posso dare oggi. Con onestà e trasparenza dobbiamo fare in modo che la città e l’imprenditoria rispondano di sì. Dovessero mancare 200mila euro, sarebbe un suicidio. Con 700mila euro è un po’ diverso. L’anno scorso non eravamo messi meglio di oggi. Avevamo 64 milioni di debiti – oggi 44 – immettendo 2.3 milioni circa per iscrivere la squadra e Pellegrino ha costruito una rosa arrivata quinta sul campo nonostante le risorse limitate ed una situazione debitoria drammatica, istanze di fallimento alla porta e creditori che pignoravano. Oggi è il paradiso rispetto ad un anno fa. Adesso non mi spaventa il futuro, pensiamo alla tappa del 28 giugno e rilanciamo con programmazione. Abbiamo anche un vivaio che non possiamo disperdere. Dei giocatori del Catania mi hanno contattato, sono pronti a fare la loro parte per sostenerci. Questo è commovente”.
“Ci siamo fidati che su 5-6 interlocuzioni una potesse arrivare a compimento, siamo ancora speranzosi ma mancano pochi giorni e non possiamo avere più quell’ottimismo, con trasparenza dobbiamo dire le cose come stanno. Parlare con chiarezza. Oggi esistono 2 interlocuzioni ma possiamo fare affidamento sul cuore della città di Catania. Solo un innamorato investe soldi sul Catania adesso. Nessuno viene dalla Giamaica ad investire 10 milioni. Il catanese può farlo perché conosce la storia, le responsabilità passate e sa di potere dare una mano d’aiuto concreta al Calcio Catania. Sperando di consegnare questa meravigliosa creatura nelle mani di chi, mettendo 15 milioni di euro, possa dare un futuro glorioso. Noi attendiamo proposte concrete per rilanciare il Catania e portarci a parlare finalmente di calcio. Saremmo disposti a perdere anche il nostro investimento iniziale per questo”.
***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***