A proposito dell’exploit dell’ex centrocampista del Catania Matteo Pessina, ai microfoni di tuttoc.com parla Antonino Asta, che fu il primo allenatore a farlo giocare tra i professionisti:
“Mi ero già complimentato con lui in privato per l’esordio in azzurro. Ne approfitto per congratularmi pubblicamente per il gol. Onestamente sin da ragazzino, al Monza, m’ero accorto della sua forza ma non è che ci volesse molto. All’epoca mi impressionò il fatto che già da ragazzino faceva la scelta giusta nelle giocate. Poi fisicamente ancora doveva crescere ma capimmo subito che sarebbe arrivato in alto. Proveniva da una famiglia seria, non si è mai montato la testa, arrivava prima degli altri all’allenamento. Lo definii il ‘giovane vecchio’. Giocava da mezzala o davanti alla difesa, mi ha stupito che sia riuscito a diventare un trequartista, anche se realmente si sacrifica molto a centrocampo. E credo che abbia margini di miglioramento per diventare ancora più forte”.
“Ricordo che Andrissi, direttore sportivo nel 2013 a Monza, mi disse di tenere d’occhio questo ragazzino per la prima squadra. Lui era un Allievo ma si allenava con noi e giocava con la Berretti. Lo feci esordire in Coppa Italia Serie C a 16 anni: prima due spezzoni con Albinoleffe ed Entella, poi lo lanciai titolare contro il Vicenza. L’anno dopo io andai a Bassano e lui continuò il suo percorso a Monza diventando titolare con mister Pea. La stagione successiva mi chiamò il Lecce e lo volli fortemente. Era passato al Milan, venne in prestito e lo feci giocare subito titolare con l’Andria. Anche se più di qualcuno storse il naso: in una big non era visto di buon occhio un ragazzino appena maggiorenne in campo. Io venni esonerato dopo un mese e lui finì in panchina. A gennaio andò a Catania ma nemmeno lì trovò spazio. Ma il tempo è galantuomo. Andrissi per fortuna lo riportò sotto la sua ala protettiva al Como e lì esplose”.
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