AMARCORD: le promozioni con Rubino e De Petrillo, gli allenatori rossazzurri degli anni ’70

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Estate 1968. La contestazione giovanile incalza, Adriano Celentano domina l’hit parade con la celebre “Azzurro”, Gigi Riva e Pietro Anastasi trascinano la Nazionale di calcio alla vittoria dell’Europeo. Il nuovo allenatore del Catania è il quarantanovenne Egizio Rubino (in foto), artefice del “miracolo” Potenza e vincitore del prestigioso “Seminatore d’Oro” per la Serie C nel 1963. A Rubino viene affidata la squadra più giovane del campionato cadetto che nel 1968-69 non va oltre un piazzamento di metà classifica.

La stagione successiva è foriera di importanti novità in casa rossazzurra. Marcoccio si defila e al suo posto approda alla presidenza il quarantaduenne costruttore edile Angelo Massimino, figura genuina e passionale destinata a creare un legame indissolubile con le vicende del Calcio Catania. Rubino è confermato saldamente alla guida di una squadra rafforzata adeguatamente per tentare l’agognato ritorno in Serie A.

La lotta al vertice vede coinvolte varie squadre ed è l’equilibrio a fare da padrone. I rossazzurri restano attaccati fino alla fine al gruppo di testa e il 14 giugno 1970 tagliano il traguardo sul campo di Reggio Calabria. La gioia per la ritrovata Serie A tuttavia viene completamente vanificata dal percorso abulico compiuto in massima serie. Poche vittorie e troppi pareggi plasmano il magro bottino di 21 punti con cui si saluta anzitempo l’Olimpo del pallone.

La stagione 1971-72 segna quindi il ritorno del Catania nel torneo cadetto. Massimino affida le chiavi della squadra a Todo Calvanese, il quale però essendo sprovvisto del patentino per allenare viene affiancato da Gigi Valsecchi. L’esperimento ha vita breve, tant’è che dopo la sconfitta nel derby con il Palermo il Cavaliere prova il colpo ad effetto chiamando Carmelo Di Bella, il quale torna a sedersi sulla panchina rossazzurra dopo la gloriosa epopea degli anni ’60. Di Bella resta in carica anche l’annata successiva (1972-73) chiusa al 5° posto, mentre nel campionato 1973-74 si assiste all’avvicendamento tra Guido Mazzetti, Gigi Valsecchi e Memo Prenna con la squadra che retrocede mestamente in Serie C.

Nell’estate 1974 Massimino torna in sella dopo l’effimera presidenza Coco. Il Cavaliere si prodiga sin nell’immediato per riportare il Catania in Serie B e decide di affidarsi al vulcanico Gennaro Rambone, il quale però decide di rimettere l’incarico dopo due partite di Coppa Italia. A quel punto si vira su un profilo collaudato quale Egizio Rubino, il quale mette ordine allo spartito e conduce saldamente la squadra alla vittoria del campionato al termine di un avvincente testa a testa con il Bari.

I successivi campionati sono all’insegna di una profonda instabilità tecnica. Tra il 1975 e il 1979 si susseguono infatti Rubino, Mazzetti, Di Bella, Valsecchi, Matteucci, nuovamente Mazzetti, Capelli e Rambone. Nel novembre 1979 approda sulla panchina del Catania Lino De Petrillo, chiamato in tutta fretta da Massimino per riportare la squadra in Serie B. L’allenatore campano prende in mano le redini della situazione e guida gli etnei alla vittoria del campionato con due giornate d’anticipo. Ancora una volta è il campo di Reggio Calabria ad essere teatro di una promozione rossazzurra.

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