Nel corso della trasmissione televisiva ‘Corner’, su Telecolor, il Sindaco di Catania Salvo Pogliese focalizza l’attenzione sul presente e futuro del Calcio Catania parlando anche da tifoso:
“Con Tacopina ci siamo scambiati alcuni sms in questi ultimi giorni, in maniera abbastanza intensa. Al di là di questo aspetto, ci sono state interlocuzioni anche personali con qualche ambasciatore di stati europei nel tentativo di trovare sponsor importanti e qualificanti. Cerchiamo più strade, incluse sponsorizzazioni significative di qualche compagnia aerea europea. Stiamo cercando di fare il possibile e l’impossibile, ma è doveroso che ognuno faccia la propria parte. Credo e spero che il Catania salvi la matricola, la situazione è molto delicata, nessuno può nascondere la verità dei fatti. C’è un impegno corale e trasversale da parte di Sigi, le istituzioni e anche la partita con Tacopina non è assolutamente chiusa. La sfida più importante è quella di salvare la matricola, a cui siamo tutti romanticamente affezionati, e la Lega Pro”.
“Questo è stato un anno surreale che ha stravolto anche i programmi economico-finanziari della Sigi perchè nessuno avrebbe immaginato di svolgere un campionato con zero euro di incassi. Se si dovesse salvare il Catania e la matricola, anche le prospettive nel medio termine sarebbero diverse. Penso all’importanza di fare una campagna acquisti degna di nota, anche se la squadra messa su la ritengo assolutamente competitiva. Giusto immaginare qualche inenstio ma anche la prospettiva di una campagna abbonamenti capillare, lì poi le chiacchiere stanno a zero e i tifosi catanesi sapranno dimostrare sicuramente l’attaccamento ai colori rossazurri. Si potrebbe registrare una campagna abbonamenti come mai in nessun campionato di Lega Pro. Ci sarà una corsa ad abbonarsi e si potrebbe anche immaginare un azionariato diffuso, di cui si era già discusso lo scorso anno. Certamente ipotizzare ancora un campionato di assestamento nessuno lo potrebbe giustificare”.
“Ho scritto una lettera aperta, e anche personale, alla direttrice dell’Agenzia delle Entrate di Catania, eravamo certi che quella partita si fosse conclusa. Quanto accaduto a Palermo però è stato surreale per certi aspetti, non so se ci sono ancora i margini per rettificare questo percorso, eventualmente se ci dovesse essere qualche spiraglio tenteremo di fare quello che immaginiamo di fare, sempre con grande equilibrio, ma sarà molto difficile. Io ho cercato di fare capire che vi è anche una valenza sociale, non solo strettamente economica del tema. A parte il fatto che se non ci fosse stato quell’atteggiamento, noi avremmo rischiato e continuamo a rischiare il fallimento del Catania e di fare incassare all’erario zero”.
“Tacopina? Ero convinto che quella strada potesse portare al closing imminente, percepivo in Tacopina l’atteggiamento di un avvocato d’affari che fiuta un investimento importante ma che comunque si era innamorato della nostra città e squadra del cuore. Continuo ad esserne convinto. Chiaramente sono trattative tra una SpA e un avvocato d’affari, non ho mai letto i documenti ma c’erano stati anche dei passaggi che ci lasciavano immaginare questa conclusione imminente della trattativa, vedi gli 800mila dollari versati da Tacopina a marzo. Lui mi ha scritto che in realtà alcuni passaggi non si sono consumati in maniera definitiva, io ho puntualmente risposto che i tempi dell’Agenzia e di un ente locale come il Comune di Mascalucia certamente non li può dettare la Sigi”.
“Io odio l’ingratitudine in qualsiasi contesto si manifesti, la Sigi il 23 luglio 2020 ha fatto un miracolo dal quale non si può prescindere. Altri club, anche in Sicilia, hanno fatto scelte opposte prendendo una società con zero euro di debiti e pensando ad un altro percorso. Legittimo farlo, ma credo che la scelta di Sigi sia stata molto coraggiosa. C’erano tutte le condizioni per determinare la chiusura della trattativa con Tacopina, non si erano cercate strade alternative. Quando poi sono emerse alcune problematiche sono state avviate le trattative con altri gruppi e so che ci sono delle concrete possibilità di conclusione di queste. Vediamo quello che accadrà, ma ripeto quello di Tacopina non è un capitolo chiuso. La sfida più difficile è quella imminente, sul futuro prossimo invece sono molto più ottimista. Sei anni di Serie C lasciano il segno, nessuno avrebbe mai immaginato di rimanere nell’inferno della Lega Pro ma la passione rossazzurra non ha eguali in Italia e, forse, nel mondo. Non poter andare allo stadio è stato vissuto anche in maniera parzialmente diversa rispetto al passato. Questi anni hanno stancato la tifoseria ma c’è grande volontà di risorgere come abbiamo sempre fatto“.
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