Sigi attende l’offerta di Tacopina, Tacopina chiede a Sigi di fare in fretta. Il risultato? Determinare una fase di stallo nella trattativa per il passaggio di consegne. Portata avanti la scorsa estate l’opera di salvataggio della matricola 11700, adesso il Catania è davanti ad un bivio: da un lato s’imbocca la strada in discesa verso un futuro solido e ambizioso, dall’altro una strada impervia che non darebbe serenità ad un ambiente già provato dalle vicissitudini di questi durissimi anni di Lega Pro. I comunicati emessi nei giorni scorsi dall’avvocato italo-americano e, in risposta, dalla Sigi evidenziano una fase di stallo e la perdita di validità del contratto preliminare d’acquisto firmato nei mesi scorsi. Tacopina ha fatto valere un suo diritto, quello cioè di stracciare l’accordo ma di lasciare la porta aperta con clausole e condizioni che avvicinino la definizione del closing.
Ecco perchè l’ex Venezia farà pervenire una nuova proposta, che deve essere vagliata in tempi brevi da Sigi. Del resto il mese di maggio ha aperto i battenti e si rende necessario immettere liquidità immediata per far fronte al pagamento di stipendi, fornitori e di spese varie con annessa iscrizione da formulare per la partecipazione al prossimo campionato. Ma per il completamento del piano di ristrutturazione serve tutta la documentazione necessaria. E qui, inevitabilmente, entrano in gioco gli enti istituzionali. Non basta il sì dell’Agenzia delle Entrate della Direzione Provinciale di Catania, serve soprattutto l’ok dalla sede di Palermo che, intanto, ha richiesto ulteriori verifiche. Anche dal Comune di Mascalucia urgono risposte. Il tempo si conferma arbitro di una partita che, però, deve vedere sia la Sigi che Tacopina fare squadra. Evitando divergenze e schermaglie che, proprio nel momento del dentro o fuori, non giovano a nessuno.
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