A distanza di un anno il futuro del Catania è incerto, ancora una volta. Città e tifoseria stanno vivendo giorni di “passione” riguardo le sorti dell’antico sodalizio calcistico. La Sigi, società controllante del club etneo, si sta prodigando per garantire la sopravvivenza della matricola federale 11700. Sono in corso interlocuzioni con vari soggetti imprenditoriali al fine di ricapitalizzare e far fronte a tutti gli impegni economici.
L’iscrizione al prossimo campionato di Serie C rappresenta soltanto il primo step da superare. In seconda battuta c’è alle porte una stagione, la prossima, tutta da programmare e con l’auspicio di alzare l’asticella rispetto al campionato appena trascorso. La Serie C, ultimo gradino del calcio professionistico in Italia, di certo non rappresenta la categoria più consona al blasone della città e alla storia di questa società.
Non è semplice tirarsi fuori dalle “sabbie mobili”, servono investimenti mirati e lungimiranza nel predisporre progetti sportivi e amministrativi. La Sigi ha investito già circa 6 milioni di euro per pianificare la stagione appena chiusa sul campo al sesto posto in classifica e con eliminazione dai play-off al primo turno. Campionato, quello 2020-21, che di certo non resterà impresso negli annali ma va detto che l’attuale proprietà del Catania ha dovuto ricostruire la società dalle fondamenta.
Escludendo le rate del mutuo di Torre del Grifo, sono stati ridotti a 18 milioni di euro i debiti con creditori privati ed istituzioni. Tuttavia restano ancora da definire le transazioni fiscali con l’Agenzia delle Entrate e il Comune di Mascalucia, accordi da cui passa il piano di ristrutturazione dei debiti da presentare in Tribunale.
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