C’era anche Adrian Ricchiuti tra i protagonisti del Catania argentino che fece le fortune dell’Elefante nei tempi più recenti in Serie A. Momenti indelebili, tra i più importanti della storia rossazzurra. La redazione di TuttoCalcioCatania.com ha sentito telefonicamente proprio Ricchiuti, commentando la delicata situazione societaria degli etnei:
Adrian, quanto ti preoccupa il futuro del Catania?
“Io sono del parere che non si può, ogni anno, arrivare con l’acqua alla gola. E’ un momento molto delicato per tutte le società italiane, ma i debiti del Catania non sono pochi. A questo punto non credo che Sigi possa andare avanti da sola. Metti delle toppe ma poi il problema si ripresenta, la situazione è molto grave. Perdere la matricola dispiacerebbe a tutti, ma se non si trovano forze fresche importanti questo macchinario finisce per spegnersi e non puoi più tenere in vita il Catania. Spero che qualcuno riesca a dare una mano ma con i tempi che corrono la vedo un’ipotesi difficile”.
Per mesi si è parlato di Tacopina, ma lo scenario che si presenta è quello attuale.
“Se vuoi il Catania devi tirare fuori i soldi. C’è poco da fare. Lui è un avvocato, un grosso imprenditore. Capisco la logica d’impresa, avrà le sue ragioni ma non si scherza con la gente. Se è realmente interessato al Catania lo dimostri compiendo il passo decisivo, altrimenti si faccia definitivamente da parte. Catania lo ha accolto come il salvatore della patria. Con il cuore e la passione dei tifosi non si deve scherzare. E’ qualcosa che va oltre i soldi, non si può scherzare soprattutto con una piazza che viene soprattutto da anni e anni di delusioni”.
E se Tacopina acquistasse il Catania da fallito?
“Ci sarebbe la fila di soggetti interessati ripartendo dalla Serie D. In caso di fallimento, al posto del Sindaco sarei il primo a non dare il Catania a Tacopina eventualmente. Per disputare un campionato di D non è necessario che arrivi qualcuno dall’America, tantissimi imprenditori italiani sarebbero pronti a rilevare la società etnea. E facendo le cose razionalmente, con le persone giuste, una piazza come Catania non potrebbe che vincere il campionato. Con tutto il rispetto per città come Messina e altre”.
Facciamo un passo indietro, Catania 1-3 Foggia. Te lo aspettavi?
“Forse con Baldini in panchina la squadra ha spinto troppo, magari è arrivata scarica di gambe e di testa. E’ stata anche una settimana di discussioni extra campo ma lì deve essere bravo l’allenatore ad isolare i ragazzi. Sicuramente il mister lo avrà fatto, ma non abbastanza ed è riuscita a spuntarla il Foggia. Il Catania ha evidenziato i suoi limiti, come del resto negli anni precedenti perchè si è parlato poco di campo, troppo di Tribunale e passaggio di proprietà. I giocatori saranno anche dei professionisti ma non sono stupidi e non possono stare tranquilli, quando un giorno ti arriva la notizia che con Tacopina è tutto a posto, poi forse, e successivamente non se ne fa niente”.
Sempre più club sono alla canna del gas, che ne pensi?
“Penso che c’è una crisi economica disumana, non è facile questo momento per il calcio senza pubblico e sponsor, però dobbiamo inizare a capire che si deve vigilare di più e meglio. Si parla dell’importanza di effettuare controlli approfonditi da vent’anni ma non cambia mai niente. La gente è quella che ci rimette in questi casi purtroppo. Ribadisco che bisogna stare attenti con i sentimenti dei tifosi”.
Adrian, ti capita di ricordare le emozioni vissute con il Catania argentino?
“Ne parliamo spesso con i compagni di allora, da Andujar a Barrientos. I momenti si ricordano sempre, ci sentiamo perchè nel nostro piccolo credo che abbiamo fatto un pezzo di storia del Catania. Sono momenti belli ogni tanto da ricordare, come li ricorda la gente. Ma la vita è una ruota che gira, prima o poi torneranno quelle emozioni. Mi piacerebbe se si organizzasse in città un evento che riporti ai piedi dell’Etna i giocatori del mio periodo in rossazzurro ma anche quelli del passato. Verremmo tutti, basta volerlo. Con qualche sponsor si può fare tutto nella vita, sarebbe bello per una città come Catania fare rivivere i momenti gloriosi”.
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