Il mondo della musica, della cultura e della filosofia è listato a lutto per la scomparsa di Franco Battiato. Il Maestro è venuto a mancare stamane all’alba nella sua dimora pedemontana di Milo all’età di 76 anni debilitato da una malattia che lo aveva costretto nel 2019 al ritiro dalle scene musicali.
Artista anticonvenzionale e fuori dagli schemi, pensatore illuminato e senza tempo. Gli inizi con il cantautorato, poi il rock progressivo anni Settanta, il sodalizio artistico con il violinista e compositore Giusto Pio, la svolta pop con “L’era del cinghiale bianco”, il successo commerciale de “La voce del padrone”, gli influssi aristotelici di “Fisiognomica”, l’impegno civile con “Povera Patria”, l’incontro con il filosofo Manlio Sgalambro e la raffinatezza intimista a cavallo del nuovo Millennio. Battiato è stato questo e molto altro, ha spaziato dall’elettronica alla lirica, ha portato alla ribalta la canzone siciliana d’autore e recepito sonorità della musica etnica nel quadro di un’ampia attività di ricerca e sperimentazione musicale.
Battiato è stato musicista poliedrico e genio universale ma al tempo stesso uomo dotato di profonda ironia e sensibilmente attaccato ai luoghi delle origini. Un illustre figlio del vulcano Etna, un filosofo contemporaneo alla costante ricerca di un equilibrio interiore, un sapiente e raffinato cantore di contraddizioni umane e virtù spirituali.
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