Per il sesto anno consecutivo i rossazzurri restano in Lega Pro. Ennesimo boccone duro da digerire per una tifoseria stanca di non avere certezze sul futuro. In questi difficili anni di C, il Catania non ha mai gettato le basi per l’avviamento di un progetto realmente ambizioso.
Tra squadre smantellate, poca trasparenza, errori di valutazione accumulando debiti su debiti fino ad arrivare al concreto rischio fallimento, in questa stagione il Catania era ripartito dalla Sigi. Salvando la storica matricola 11700 ed iscrivendo la squadra al campionato senza effettuare spese folli per l’allestimento della rosa. Il sesto posto finale (quinto sul campo), viste le premesse non è un risultato da buttar via. Resta, però, la delusione cocente per avere abbandonato i playoff già al primo turno. Come accadde nel 2016 a Castellammare di Stabia, ma allora fu uno 0-0 a condannare i rossazzurri.
Stavolta il pareggio avrebbe qualificato il Catania, caduto invece sotto i colpi di Curcio e compagni per il definitivo 1-3. Dose massiccia di amarezza per l’Elefante, che si sapeva non avesse grandi chance di vittoria dei playoff ma era rimasto aggrappato ad una speranza, dando seguito all’eccellente score di mister Baldini subentrato a Raffaele. Adesso che la stagione va mestamente in archivio, c’è spazio solo per programmare il futuro. Un futuro che dovrà, in primis, mettere solide fondamenta ad una struttura societaria attualmente precaria.
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